"Che non accada mai più": è quanto
recita la targa posta sulla panchina su cui Andrea Soldi, il
giovane torinese morto nel 2015 in seguito a un Tso, era solito
passare la sua giornata e che da oggi il Comune ha dedicato al
suo ricordo. "Questa è la panchina dove passava tante ore -
racconta la sorella Cristina - perché qui si sentiva sicuro,
protetto fra persone amiche. Questa panchina prima accoglieva
tutta la sua sofferenza ed era un porto felice, poi si è
trasformata in dolore, tortura e morte. Quando a 20 anni la
schizofrenia è entrata a gamba tesa nella sua vita - ricorda -
ha sempre combattuto, non si è mai lamentato o arrabbiato per la
malattia, e non è mai stato pericoloso, ha sempre accettato
tutto. Questo Tso non doveva avvenire, bastava solo qualcuno che
gli stesse accanto e cercasse di convincerlo a prendere il
farmaco. Le persone che praticano i Tso devono essere formate,
soprattutto psicologicamente, bisogna investire risorse, i
centri devono essere aperti 24 ore e bisogna abbattere lo stigma
della malattia mentale. Tutto questo deve servire per lavorare
sulla psichiatria". "Oggi vogliamo ricordare le difficoltà di
affrontare la malattia mentale, gli errori e la capacità di
chiedere scusa", commenta la vicepresidente del Consiglio
comunale Viviana Ferrero, mentre il presidente della
Circoscrizione 4 Claudio Cerrato invita a "ragionare sull'errore
di sistema". "Dobbiamo tenere come monito quanto accaduto -
conclude l'assessora al Welfare e vicesindaco Sonia Schellino -,
dare un segnale e l'impegno di tutti a fare il possibile per
creare il contesto e le relazioni affinché cose come questa non
succedano".
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