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"L'Italia è il Paese che amo, qui ho
le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti". E' il 26
gennaio del '94, quando Silvio Berlusconi annuncia la sua
discesa in campo. Nove minuti di discorso che hanno cambiato la
storia della politica italiana e imposto sulla scena una
personalità forte, molto amata o molto odiata. Dalla prima
vittoria, il 27 marzo del 1994, al tramonto nel novembre 2011 il
Cavaliere è entrato e uscito quattro volte da Palazzo Chigi.
Alla guida del Polo delle Libertà con la sdoganata An di
Gianfranco Fini, la Lega Nord di Umberto Bossi e il Ccd di
Pierferdinando Casini e Clemente Mastella, Berlusconi vince le
elezioni con il 42,9% dei voti e diventa presidente del
Consiglio. Ma il 21 novembre viene coinvolto nell'inchiesta
sulle tangenti alla Guardia di Finanza e a dicembre la Lega
toglie la fiducia al governo. Dopo appena otto mesi di governo
sul Berlusconi 1 cala il sipario. Alle politiche del 1996 il
centrodestra si presenta senza la lega e il Cav perde contro il
professore bolognese Romano Prodi, leader dell'Ulivo con cui
ingaggerà un duello elettorale lungo anni . Ma né la sconfitta
né il primo intervento per un tumore alla prostata spengono la
passione politica e nel '98 al Forum d'Assago rilancia nel primo
congresso nazionale di Forza Italia: "Non siamo un partito di
plastica, virtuale, aziendale". Dopo il tentativo fallito di
un'intesa sulla riforma costituzionale, attraverso la Bicamerale
presieduta da Massimo D'Alema, il Cavaliere riesce a fare il
pieno di voti, sfiorando il 30 per cento dei consensi alle
europee e vince anche alle Regionali. Massimo D'Alema sarà
costretto a dimettersi dalla carica di premier. Con lo slogan
"Meno tasse per tutti" ed i manifesti del "presidente operaio",
dopo aver recuperato l'alleanza con Bossi , si prepara alle
politiche del 2001. Il colpo ad effetto per vincere le elezioni
è il "contratto con gli italiani" in 5 punti nel quale si
impegna ad abbattere la pressione fiscale, diminuire la
criminalità, alzare le pensioni minime ad almeno un milione di
lire al mese, creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il 13
maggio la Casa delle libertà vince con il 45,4 per cento alla
Camera e il 42,5 al Senato conquistando 368 seggi alla Camera.
Una forza parlamentare enorme, ma il Berlusconi bis non arriverà
a fine legislatura. Nel 2002 scoppia il caso dell'Editto
bulgaro: Silvio Berlusconi risponde attaccando la sinistra per
"l'occupazione militare" della Rai e accusando Biagi, Santoro e
Luttazzi, che nel giro di poco verranno rimossi dai vertici di
viale Mazzini, di "uso criminoso" della televisione pubblica.
Controverso anche il rapporto con l'Ue, segnato dall'accusa di
kapò che l'1 luglio 2003, in apertura del semestre italiano,
Berlusconi rivolse al capogruppo dei socialdemocratici, il
tedesco Martin Schulz. Dopo la sconfitta alle regionali e
l'uscita dal governo dei ministri di Udc e Nuovo Psi, il 20
aprile Berlusconi sale al Quirinale e si dimette. In carica
quasi quattro anni, 1.412 giorni, il Berlusconi II è il governo
più longevo della storia repubblicana. Tre giorni dopo, nasce il
terzo governo Berlusconi, segnato da un rapporto sempre più
complicato con l'Unione europea e la politica economica, tanto
che il ministro del Tesoro Giulio Tremonti è costretto a
dimettersi nel 2005 per lasciare il posto a Domenico Siniscalco.
Nel 2006 vince le elezioni nuovamente Romano Prodi. Il risultato
resta incerto fino alla fine e il professore si ritroverà con
una maggioranza risicatissima alla Camera e in minoranza al
Senato, compensata solo dai tre seggi della circoscrizione
estera. Il governo del professore resta in carica per due anni
scarsi. Nel 2007 Silvio Berlusconi arriva in piazza San Babila,
apre la portiera dell'auto, si appoggia al pianale e lancia il
Popolo della Libertà che alle elezioni politiche del 2008 vince.
Sotto il segno del "predellino", nasce il IV governo Berlusconi.
Nel 2009 Berlusconi è colpito al volto, al termine di un
comizio, con una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano
lanciatagli addosso da distanza ravvicinata da Massimo
Tartaglia, che gli rompe il setto nasale e frattura due denti.
L'ultimo governo Berlusconi sarà segnato dalla rottura
definitiva con il leader di An Gianfranco Fini. All'Auditorium
della Conciliazione di Roma, il 22 aprile 2009, durante il
Direttivo nazionale del Pdl, dopo una serie di frecciate
incrociate, Berlusconi chiede a Fini di dimettersi da presidente
della Camera e lui, seduto in prima fila, si alza e, da sotto il
palco, gli grida: "Che fai, mi cacci?". E' la fine
dell'alleanza. Giovedì 29 luglio viene votata l'uscita di Fini
dal Pdl per "assoluta incompatibilità politica". Il giorno dopo
il presidente della Camera annuncia la nascita di Futuro e
Libertà. Il 29 settembre Berlusconi si presenta alla Camera per
chiedere la fiducia al governo che ottiene con largo margine:
342 sì e 275 no. Ma il declino politico è segnato: la crisi
economica, il declassamento dell'Italia da parte delle agenzie
di rating, lo spread alle stelle, le pressioni dell'Ue, con cui
non ha mai avuto un rapporto lineare, spingono il 12 novembre
del 2011 Silvio Berlusconi a gettare la spugna e a salire al
Quirinale per rimette il suo incarico nelle mani del capo dello
Stato Giorgio Napolitano mentre in piazza i suoi oppositori
stappano bottiglie di spumante.
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