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E' stato il movimento della placca
nordafricana a generare il terremoto in Marocco, con lo
meccanismo che ha portato alla formazione dell'Atlante, la
grande catena montuosa che separa il deserto del Sahara
dall'oceano Atlantico. "La parte settentrionale dell'Africa si
muove relativamente verso Est rispetto alla parte meridionale a
sud dell'Atlante", osserva il presidente dell'Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni. "E' un movimento di
tipo compressivo, che ha anche una componente orizzontale
trascorrente", aggiunge. Il terremoto, avvenuto a 10 chilometri
di profondità quando in Italia era da poco passata la
mezzanotte, ha una magnitudo indicata da alcuni in 6,8 e da
altri in 7, considerando il margine di incertezza che accompagna
sempre questo tipo di misura. "E' stato un terremoto
"estremamente energetico, quasi equivalente al sisma in Irpinia
del 1980", ma non al livello del terremoto in Turchia del
febbraio 2023, che ha provocato la distruzione di 200.000
edifici e 50.000 morti, su un'area di 50.000 chilometri
quadrati. Nel caso del Marocco, osserva, "la superficie
coinvolta è inferiore". A causa di questa grande energia, la
scossa è stata avvertita in quasi tutto il Paese, da Nord a Sud,
nelle località interne come nelle zone costiere. "Ci sono stati
sicuramente effetti di amplificazione, perché anche a grande
distanza un'onda sismica può generare grandi oscillazioni" e "in
realtà - aggiunge - nell'area dell'epicentro le accelerazioni
sono molto più alte rispetto a quelle previste nella mappa di
pericolosità". E' un problema che, secondo l'esperto, è comune a
molti Paesi, compresa l'Italia: "Le mappe attuali si basano su
una tecnica probabilistica che ipotizza l'accelerazione che può
avvenire in una zona in un certo numero di anni e non il
terremoto della potenza massima che potrebbe avvenire". Una
nuova mappa basata sulle stime dei terremoti più forti è in
preparazione all'Ingv e un prototipo potrebbe essere pronto
entro l'anno". Tuttavia, aggiunge il presidente dell'Ingv,
"l'edilizia in Marocco è talmente fragile che anche con la nuova
mappa non sarebbe cambiato nulla". La mappa da sola, infatti,
non che l'inizio di un "percorso che in decine di anni potrebbe
portare a modificare le case in modo che resistano alle
accelerazioni". Lungo la catena dell'Atlante i forti terremoti
non sono una novità: nel 1960, sulla stessa struttura era
avvenuto quello di Agadir, con 15.000 vittime. "Il terremoto di
oggi è avvenuto sullo stesso asse", osserva il sismologo Carlo
Meletti, dell'Ingv, "I monti dell'Atlante sono una delle due
zone del Marocco a maggiore sismicità. L'altra si trova lungo la
costa mediterranea, dove nel 1624 a Fes è avvenuto un terremoto
devastante". La catena montuosa è caratterizzata da un movimento
di compressione Nord-Sud. Vale a dire che a Sud si trova la
placca africana, la cosiddetta 'Africa stabile, "un continente
che si muove quasi come un unico oggetto", la cui spinta verso
Nord interagisce con la placca europea e ha generato la catena
dell'Atlante, con un movimento di tipo compressivo.
L'interazione con placca europea non ha, però, nulla a che
vedere con il recente sciame sismico nei Campi Flegrei,osserva
Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell'Ingv.
Si tratta di fenomeni legati a meccanismi "estremamente locali",
aggiunge, e a una caldera che "ha una sua dinamica interna".
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