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Mircea Cartarescu, il grande
scrittore romeno più volte candidato al Premio Nobel, vera star
del giorno d'apertura del Festivaletteratura di Mantova, non
vede facili vie di salvezza nel nostro presente. "Siamo su una
soglia della storia. Abbiamo la sensazione di un nuovo
millenarismo, sentiamo una sensazione di fine che ho il timore
sia diffusa in tanti di noi. È un momento molto grave che mi
auguro saremo capaci di superare" dice all'ANSA. Al festival con
il suo ultimo libro uscito in Italia, Melancolia, pubblicato da
La nave di Teseo nella traduzione di Bruno Mazzoni, lo scrittore
racconta in tre storie la separazione nell'infanzia, la
solitudine e l'amore nell'adolescenza e nell'età della ragione,
con prologo ed epilogo. Lo fa nel suo stile irripetibile che
mescola mito, realismo magico, metafisica, espressionismo e
poesia con nume tutelare del libro un portale che si rifà a
Giorgio De Chirico. "Ci sono tanti problemi convergenti che è
difficile decidere da quale cominciare per difendersi: pandemia,
guerra, il pericolo dell'intelligenza artificiale che nessuno sa
dove arriverà. Il pericolo del riscaldamento globale, della
distruzione dell'ambiente in cui dobbiamo vivere e abbiamo anche
guerre culturali che inglobano aspetti religiosi e che
riguardano idee più conservatrici in contrapposizione a idee più
progressiste" spiega lo scrittore che è sempre stato "uomo del
centro. Cerco di rimanere in una posizione equilibrata".
Nonostante tutto Cartarescu resta comunque ottimista. "Ci sono -
dice - innumerevoli cose belle ancora presenti e tra queste
l'arte e la letteratura che sono quelle che amo più di tutto".
Non si stupisce Cartarescu della grande attenzione per gli
scrittori dell'Est che sono tanti anche al Festival, a partire
dalla Premio Nobel Olga Tokarczuk fino alla bosniaca Elvira
Mujčić in dialogo con lui nella serata inaugurale su Scrivere è
una questione di fede. "I nomi degli scrittori dell'Est che
hanno innovato in ambito letterario sono più che numerosi: Olga
Tokarczuk, l'ungherese László Krasznahorkai, il bulgaro Georgi
Gospodinov, l'ucraino Andrei Kurkov e voglio citare anche
l'ungherese Peter Nadas. Tutti autori e autrici di rilievo con i
quali ho rapporti di ottima amicizia. Sia come gruppo che come
autori oggi attraggono perché nessuno di loro ha imparato a
scrivere letteratura in un corso di scrittura creativa e
ciascuno ha potuto sviluppare la propria creatività letteraria"
sottolinea. Poeta prima che narratore, Cartarescu del Nobel per
la Letteratura al quale è stato dato più volte per favorito
dice: "non faccio altro che pensare alla mia scrittura e ai miei
lettori. Tutto questo mi è più che sufficiente. Le altre cose,
onori e premi sono benvenuti ma non è la cosa a cui mi dedico".
Ancora oggi dice l'autore di Nostalgia e della trilogia
Abbacinante, "mi considero essenzialmente un poeta perché la
poesia non è solo un'arte della parola ma un modo di vedere le
cose. Ho cercato di vedere la bellezza dappertutto anche dove
altri non riuscivano a vederla". Come in tutti i suoi libri in
Melancolia - dove un bambino di 5 anni è convinto che la mamma,
uscita per fare la spesa, non tornerà e un altro bambino è
disposto a tutto per salvare la sorellina Isabel ammalata - c'è
una grande attenzione a piccoli e adolescenti. "Non occorre che
sia io a dire che i bambini hanno una bellezza speciale, una
pura grazia anche nei momenti di crudeltà che la rendono più
concreta e interessante. Negli adolescenti è affascinante
l'ambiguità, il loro collocarsi al centro di femminilità e
mascolinità" spiega. Melancolia è "un libro che amo moltissimo,
è quello che ho scritto meglio di tutti gli altri" aggiunge.
Mentre il più ambizioso, quello che Cartarescu considera il suo
'Cent'anni di solitudine', è Theodoros che in Italia dovrebbe
uscire a maggio per Il Saggiatore. "E' la narrazione fantastica
di un servo del sud della Romania che ha il sogno di diventare
imperatore e riesce a realizzarlo in Etiopia. E' un romanzo dal
passo storico che si svolge nel XIX secolo con personaggi reali
come la Regina Vittoria e altri inventati, ma la storia arriva
al 2041" racconta.
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