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L'Inter torna in finale di Champions
League e lo fa con una impresa, battendo il Barcellona con un
4-3 che nel punteggio evoca l'epos del calcio italiano.
L'impresa e il modo in cui e' maturata, con ribaltamenti di
risultato che rievocano la partita delle partite,
l'Italia-Germania dell'Azteca, resterà nella storia: due volte
avanti, i nerazzurri si fanno rimontare fino al 3-2, prima che
Acerbi all'ultimo istante dei regolamentari pareggi e Frattesi
nei supplementari regalino alla squadra di Simone Inzaghi il
biglietto per la finale di Monaco di Baviera. L'avvio nella
bolgia di San Siro è equilibrato, l'Inter ha un paio di
potenziali occasioni in ripartenza ma non riesce ad arrivare al
tiro in porta. I nerazzurri alzano i giri del motore, Barella
dopo un sombrero su un avversario scalda le mani di Szczesny con
un gran mancino centrale. Ma il gol è nell'aria, San Siro lo
sente e infatti arriva: Dimarco di esterno trova l'imbucata
giusta per Dumfries che scatta evitando il fuorigioco e, da solo
davanti al portiere, serve Lautaro che insacca a porta vuota per
il suo nono gol in questa edizione di Champions League. La
reazione del Barcellona è veemente, l'Inter fatica ad uscire
dalla propria metà campo a causa di qualche palla persa di
troppo. Dopo un errore di Barella, Bastoni si immola per salvare
su una conclusione a botta sicura di Ferran Torres, che poco
dopo spreca una clamorosa occasione da dentro l'area piccola
calciando a lato e poi non arriva per poco su un tiro-cross del
solito Lamine Yamal. L'Inter risponde con un destro al volo di
Mkhitaryan che si spegne a lato, situazione che si ripete poco
dopo con un mancino di Calhanoglu da dentro l'area. Ma il turco
ha immediatamente l'occasione di rifarsi, appena prima
dell'intervallo. Sull'ennesima imbucata, Mkhitaryan manda in
porta Lautaro, che al momento del tiro in area viene steso da
Cubarsi in scivolata disperata: serve il Var a Marciniak per
concedere il rigore, che Calhanoglu trasforma spiazzando
Szczesny. Nella ripresa il Barcellona esce meglio dagli
spogliatoi, alzano la pressione e trovano il gol che riapre la
sfida, con Eric Garcia il più lesto ad arrivare su un cross di
Martin e battere Sommer con un piatto destro al volo. L'Inter
prova a reagire, Barella dal limite trova la pronta risposta di
Szcesny. Il Barcellona, sul corner seguente, si crea la palla
per il raddoppio con un contropiede velocissimo, ma Sommer è
strepitoso e con un tuffo clamoroso evita il gol a porta vuota
ancora di Eric Garcia. Ma come il vantaggio interista nel primo
tempo, anche in questo caso il gol è nell'aria: Gerard Martin
crossa e trova Dani Olmo che, sfruttando una dormita di Barella
in marcatura, tutto solo di testa riporta la partita in
pareggio. L'Inter è sulle gambe, Inzaghi prova a rianimare i
suoi con la panchina, inserendo Darmian e Taremi con l'iraniano
che sostituisce un eroico Lautaro Martinez, in campo per 70' a
una settimana dall'infortunio alla coscia. Non basta, perché il
Barça continua a spingere e Sommer è chiamato a un altro grande
intervento su Lamine Yamal. Alla fine però l'Inter capitola,
sull'ennesimo errore di Barella, a due minuti dal 90', quando
Raphinha col destro sembra regalare la finale ai blaugrana.
Sembra, però, perché non ha fatto i conti con l'Inter, che non
molla mai. E il cuore nerazzurro è rappresentato da Acerbi, che
a 2' dalla fine del recupero si ritrova da bomber a insaccare il
gol del 3-3 che vale i supplementari. San Siro ribolle, il Barça
prova a spingere, ma la squadra di Inzaghi risponde colpo su
colpo. E si esalta anche, quando Thuram dopo una grande giocata
trova Taremi in area, tocco per Frattesi che col mancino riporta
avanti l'Inter facendo tremare il Meazza. Lo stesso Frattesi che
sfiora poco dopo la doppietta, sempre col mancino dal limite.
Serve poi ancora una volta un grande Sommer, che vola a togliere
un mancino di Lamine Yamal destinato all'incrocio. Gli ultimi
minuti sono in apnea, San Siro fischia più forte che mai, ma
esplode: l'Inter torna in finale.
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