A 110 anni dalla mostra di pittura
futurista organizzata da Lacerba e da Ferrante Gonnelli nel
novembre del 1913 a Firenze, la Libreria Antiquaria Gonnelli, il
7 novembre alle 18, organizza nella sua sede fiorentina una
serata futurista con interventi, letture, declamazioni e musica
dal vivo. Uno spettacolo vero e proprio dove lo spettatore
assisterà alla rievocazione di eventi salienti presentati con
musica e performance teatrale grazie al contributo di Luca
Scarlini, Emanuele Bardazzi, Roberto Maini, Gloria Manghetti,
Gregorio Nardi e Eleonora Negri.
Il 1913, si ricorda in una nota dei promotori della serata,
fu una grande annata per Firenze e per quel movimento di giovani
artisti che, mossi dall'impeto della provocazione e dal
desiderio di rinnovamento dettero vita al Futurismo, "movimento
artistico e culturale che attraverso il proprio manifesto
programmatico ha influenzato letteratura, poesia, pittura,
scultura, architettura, musica". Nel luglio di quell'anno
Ferrante Gonnelli, amico, sostenitore ed editore dei futuristi
pubblica un libretto, "il celebre Contro la morale sessuale del
cosiddetto 'immoralista' Italo Tavolato. Lo scalpore che suscitò
fu enorme, tanto che l'autore fu processato e poi assolto grazie
all'intervento e alle arringhe dei numerosi avvocati di F.T.
Marinetti". Nel novembre del '13 sempre grazie all'iniziativa di
Ferrante Gonnelli e degli amici de Lacerba, fu organizzata la
prima mostra di pittura futurista in un locale in via Cavour
attiguo alla libreria. "Balla, Boccioni, Carrà, Russolo,
Severini e Soffici che rappresentavano l'avanguardia dell'arte
italiana dei primi decenni del secolo esposero le loro opere in
quella storica mostra". Ma "l'evento spettacolare che più
suscitò scandalo e meraviglia fu la Grande Serata Futurista che
si tenne il 12 dicembre al Teatro Verdi. Sul palco si
presentarono Marinetti, Soffici, Papini, Carrà, Cangiullo,
Boccioni, Tavolato, Scarpelli. Momento clou della serata fu il
discorso di Papini, Contro Firenze, che rivolse un attacco al
vetriolo alla propria città. La reazione del pubblico fu
travolgente e incontrollabile, una sorta di emozione collettiva
liberatoria, che vide l'azione spostarsi dal palcoscenico alla
platea".
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