Sono le donne ad avere una
maggiore probabilità, rispetto agli uomini, di essere afflitte
dal Long Covid. La conferma da una ricerca condotta nel Pisano,
in Valdera e Alta Val di Cecina, i cui dati sono stati
presentati al congresso della European respiratory society di
Barcellona. Lo studio, si spiega dalla Asl Toscana nord ovest, è
stato inserito nel programma di sorveglianza dell'Iss e i dati
raccolti, insieme a quelli degli altri centri che in Italia si
stanno occupando di Long Covid, serviranno a comprendere meglio
l'andamento e la prevalenza della malattia e a elaborare delle
raccomandazioni per uniformare e migliorare la qualità del
trattamento.
Essere donna, ha spiegato Guido Vagheggini, referente
pneumologo per l'insufficienza respiratoria cronica del
dipartimento di medicina specialistica dell'Asl Toscana nord
ovest, "rappresenta un fattore di rischio indipendente per la
insorgenza di Long Covid, sia tra i soggetti che in fase acuta
sono stati ospedalizzati, sia in quelli trattati a domicilio".
Riscontrate anche "differenze nei sintomi: rispetto ai maschi,
le pazienti femmine riferiscono più frequentemente difficoltà
respiratoria, difficoltà di concentrazione ed affaticamento, con
un più severo impatto sulle attività della vita quotidiana ed
una peggiore qualità di vita percepita". "Non è ancora chiaro
perché il Long Covid colpisca un soggetto piuttosto che un altro
- ha aggiunto Vagheggini- ma sembra che ci sia una correlazione
con la persistenza di uno stato di infiammazione prolungato.
Sembrerebbero più colpite le donne quarantenni, cinquantenni e
sessantenni e i soggetti con malattie croniche. Inoltre, ancora
non è noto che effetto hanno i trattamenti del Covid-19 in acuto
sulla probabilità di sviluppare il Long Covid e sulla sua
gravità. Sembra invece che la vaccinazione possa ridurre la
gravità dei sintomi a seguito della infezione".
Lo studio, è iniziato nell'aprile 2020_ a oggi valutati
oltre 750 pazienti con Long Covid, il 60% dei quali con forme
acute che non hanno richiesto il ricovero ospedaliero. "Oltre un
terzo dei soggetti valutati dopo tre mesi dal Covid-19 riferisce
sintomi psicologici come stress post traumatico, ansia,
depressione - precisa Vagheggini - e in oltre il 50% di essi si
possono riscontrare alterazioni delle prove di funzionalità
polmonare, difficoltà respiratoria, affaticamento e sintomi di
distress psicologico".
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