Nel 2022, i settori che in Trentino
hanno previsto più ingressi occupazionali sono stati i servizi
turistici di alloggio e ristorazione (con 30.140 nuovi
potenziali assunti), seguiti dal commercio al dettaglio,
all'ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (7.790),
dalla sanità, dall'assistenza sociale e dai servizi sanitari
privati (5.610), dalle costruzioni (5.370) e dai servizi alle
imprese (4.820). È quanto emerge dall'indagine annuale del
"Progetto Excelsior", realizzato da Unioncamere in
collaborazione con il Ministero del lavoro, l'Agenzia nazionale
politiche attive del lavoro (Anpal) e l'Unione europea.
Gli addetti alla ristorazione sono state le figure
professionali più richieste in provincia di Trento (21.290
ingressi), in diminuzione rispetto al 2021 (-2,7%), seguite dal
personale non qualificato nei servizi di pulizia (10.110,
+21,2%) e dagli addetti alle vendite (4.920, +13,1%). Al 4/o
posto vi sono i conduttori di veicoli a motore (2.820, -4,1%).
Dopo la pandemia è cresciuto il "mismatch" tra domanda e
offerta di lavoro. In Trentino la difficoltà di reperimento ha
riguardato il 47,9% delle figure ricercate (+7,4% rispetto al
dato nazionale). Secondo le imprese, la motivazione è stata la
mancanza di candidati (33,6%), inadeguata preparazione (10,8%) e
altri motivi (3,5%). Le maggiori difficoltà sono state rilevate
nella ricerca di operai specializzati (63,6% dei casi).
La qualifica che ha garantito maggiori sbocchi lavorativi è
stata il diploma professionale (47%). Solo un'offerta lavorativa
su sette è stata invece destinata a candidati in possesso di una
laurea (13,9%), preferibilmente conseguita nell'ambito della
formazione, in quello economico e a indirizzo sanitario e
paramedico. Si è registrato infine un aumento delle richieste di
lavoratori con la sola scuola dell'obbligo, per l'aumento della
domanda di personale non qualificato (+18,1%).
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