"La Regione Veneto ha già dato
corso ad un progetto, finanziato dal Pnrr e per quasi un
miliardo di euro, per una diga, che dovrebbe sorgere nel
territorio comunale di Lamon. Il tema era già noto negli anni
Sessanta, anche se poi venne accantonato, almeno fino ad oggi,
quando si sta progettando una diga sul torrente Vanoi alta cento
metri e con una capacità di invaso pari a 33 milioni di metri
cubi d'acqua. Fin qui parrebbe un problema veneto, ma in realtà
la questione tocca in profondità il territorio trentino, perché
il bacino della diga viene a ricadere quasi interamente sulle
aree di pertinenza dei Comuni di Canal San Bovo e Castello
Tesino". Lo scrive il consigliere provinciale del Pd del
Trentino, Alessio Manica, che ha presentato una interrogazione.
Pare che i comuni trentini interessati si siano già mossi da
mesi per capire cosa potrà succedere sui loro territori e hanno
preparato una lettera per chiedere spiegazioni al presidente del
Consorzio del Brenta, a Zaia, Fugatti, al prefetto di Belluno e
al commissario del Governo di Trento.
"Benché il Trentino abbia più volte espresso la contrarietà
alla realizzazione dell'invaso sul torrente Vanoi, attraverso
l'assessore e vicepresidente Tonina scopriamo che la Provincia
ha saputo del progetto solo da notizie giornalistiche.
Non sembra sinceramente credibile che la Regione Veneto possa
pensare di costruire una diga che con il suo bacino va ad
occupare un territorio esterno alla Regione stessa senza
chiedere e ottenere una qualche autorizzazione a chi quel
territorio lo deve amministrare. Insomma, non sembra
assolutamente credibile che l'Amministrazione provinciale non ne
sapesse nulla. Per evitare anche solo il sospetto che a
giustificare l'iniziativa veneta ci sia stato un qualche accordo
diretto e "segreto tra il presidente del Veneto e il presidente
della Provincia di Trento uniti dalla comune militanza nello
stesso partito nazionale - accordo stretto evidentemente senza
tenere conto delle popolazioni direttamente interessate - è
necessario che sia fatta la massima chiarezza su tutti i
passaggi amministrativi e politici che stanno alla base della
decisione di costruire questa nuova diga", conclude Manica.
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