"Sulla storia del Tpl in Umbria
occorrerebbe scrivere un romanzo giallo per tutto quello che è
accaduto, ma soprattutto per quello che non è stato fatto nei
decenni per migliorare i servizi, rendendo efficiente e
trasparente un sistema che ha viceversa portato a una marea di
debiti, con la fusione in Umbria Mobilità delle quattro società
preesistenti, poi alla privatizzazione con la cessione del ramo
d'azienda della gomma a tre società consortili fra inchieste e
processi penali, retribuzioni assurde e inchieste della Corte
dei Conti che hanno fatto epoca": così il capogruppo Lega,
Enrico Melasecche, inquadra la vicenda relativa al Trasporto
pubblico locale che ha riguardato l'Umbria negli ultimi anni.
"Molti fanno finta di aver dimenticato - sostiene Melasecche
- alcuni episodi singolari in merito alle gare che avvennero
circa 20 anni fa con una coda lunghissima fino ai giorni
nostri".
"Solo nel 2019 - ricorda ancora, in un comunicato della
Regione - con la Giunta Tesei e il sottoscritto, assessore alle
infrastrutture e trasporti, si è voltata definitivamente pagina
sulla base di una cultura della legalità, del merito, della
tutela dell'interesse generale con la riduzione degli sprechi e
una riforma rivoluzionaria rispetto al passato. Dovemmo saldare
23 milioni di debiti a favore delle tre società consortili
private, fece seguito una transazione su decreti ingiuntivi per
altri 8 milioni, senza contare la penale di 6 milioni comminata
nel 2016 all'Umbria e che la nostra Giunta ha dovuto onorare fra
enormi difficoltà. In parallelo la decisione di risanare in modo
serio Umbria Mobilità che, ridotta a bad company, annegava in un
mare di debiti. L'abbiamo trasformata in Agenzia per la Mobilità
con un risparmio su base quinquennale di 50 milioni di Iva non
più dovuta. Ora, superato il guado, a nessuno è consentito il
ritorno a quel drammatico, vergognoso passato".
"Dopo aver impostato una gara difficilissima, sollecitati
dalla Corte dei Conti che ha sempre spinto per il ritorno alla
trasparenza, siamo riusciti a portarla fino all'apertura delle
13 buste con altrettante manifestazioni di volontà. Abbiamo
dovuto resistere a una vera e propria guerra da parte del Pd e
di alcuni sindacati che si vantano di aver indetto ben otto
scioperi per bloccarla, alimentando lo spauracchio dei
licenziamenti e attribuendomi affermazioni che non mi sono mai
sognato di fare, con la previsione di dover tutelare in ogni
sede la mia onorabilità e la mia reputazione da accuse
farneticanti quanto ridicole, avendo il sottoscritto garantito
centinaia di volte che neanche un solo dipendente sarebbe stato
licenziato, grazie alla clausola sociale rafforzata richiesta al
tavolo di trattativa dai sindacati Fit CisL, Uil Trasporti e Ugl
ed accordata ben volentieri dal sottoscritto".
"Le dichiarazioni della Proietti che assicura di imporre il
lotto unico, in barba al decreto sui 'costi standard' -
sottolinea, fra l'altro, Melacche in una lunga nota della
Regione - le hanno ascoltate sui social migliaia di cittadini.
Senza la gara per la modernizzazione e la digitalizzazione del
servizio c'è l'impossibilità di controllo sui servizi espletati
come è avvenuto per troppi anni. L'obiettivo della sinistra è la
minore concorrenzialità, minor trasparenza, maggiori costi, un
danno erariale di circa dieci milioni per ogni anno di ritardo?
Perchè il Comune di Perugia che ha i maggiori vantaggi
ambientali e di efficienza dalla costruzione del nuovo deposito
autobus elettrici con impianto di ricarica, autobus che
sostituiranno gradualmente gli attuali a gasolio e metano,
soggiogato dalla nuova 'idolatria del consumo di suolo' da sei
mesi blocca qualsiasi indispensabile variante urbanistica?
Perchè blocca anche l'altra variante per la costruzione già
finanziata della stazione aeroporto a Collestrada?".
"È ora - conclude Melasecche - che qualcuno risponda a queste
domande"; "chiediamo a gran voce che la gara si svolga senza che
qualcuno ne vizi il risultato, come accadde 20 anni fa con le
gravissime interferenze passate tristemente alla storia di
questa regione".
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