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Covid, inaugurata a Perugia l'opera 'La grande ferita'

Covid, inaugurata a Perugia l'opera 'La grande ferita'

Ferdinandi: 'Un monito per fare esercizio di responsabilità'

PERUGIA, 18 marzo 2025, 16:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La grande ferita". Si chiama così l'opera firmata dall'artista Lorenzo Fonda in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia da Covid-19 tra il 2019 e il 2021. Realizzata in corten, ferro e smalto, da oggi campeggia in uno spazio pubblico visibile anche da via dei Filosofi: l'area verde adiacente il Poliambulatorio della Usl Umbria 1 in piazzale Europa.
    L'inaugurazione si è svolta proprio nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus in cui Palazzo dei Priori, sede del Comune, come tutti gli edifici pubblici, hanno esposto le bandiere a mezz'asta.
    A portare i saluti istituzionali, alla presenza di autorità civili e militari, tra cui il direttore generale dell'azienda ospedaliera Giuseppe De Filippis, e dell'arcivescovo Ivan Maffeis che ha impartito la benedizione, sono stati la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e l'assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini, mentre il dirigente medico della Usl Umbria 1 Attilio Solinas e il medico e presidente dell'associazione Ippocrate Gianluigi Rosi, ideatori del progetto, ne hanno spiegato la genesi, insieme al pittore e scultore Fonda e a Patrizia Sargentini, vedova del medico Stefano Brando, una delle vittime del Covid.
    L'opera - spiega il Comune - è stata commissionata per non dimenticare quanti hanno perso la vita e per sottolineare il ruolo svolto da tutto il personale sanitario a Perugia e in Umbria nel periodo dell'emergenza sanitaria. L'iniziativa si deve anche alla volontà di ricordare, in modo particolare, proprio Brando, medico di medicina generale deceduto dopo aver contratto il virus nell'esercizio delle sue funzioni di assistenza professionale. I promotori hanno sottolineato il fondamentale supporto economico di numerosi sponsor, ringraziando anche l'architetto Maria Carmela Frate per la definizione delle autorizzazioni e delle progettualità di installazione e l'amministrazione comunale di Perugia che ha reso possibile l'installazione su un terreno di proprietà.
    "E' immensamente gratificante - ha sottolineato Attilio Solinas - poter commemorare e ricordare, ma direi anche celebrare visivamente, con una scultura così significativa, non solo coloro che hanno sofferto o sono morti per il Covid, ma anche i tanti operatori sanitari che si sono prodigati per contrastare giorno e notte la pandemia. Ne voglio ricordare una per tutti, la professoressa Antonella Mencacci direttrice della Microbiologia del nostro ospedale, che per mesi e mesi ha organizzato i prelievi e i tamponi che ci hanno consentito di diagnosticare e monitorare il contagio virale".
    Il pittore e scultore Lorenzo Fonda, come da lui stesso sottolineato, ha accettato di buon grado il coinvolgimento nel progetto, ideando e realizzando "La grande ferita", alta due metri e larga tre, presso la ditta Agel Ferro di Agello, anche in virtù del suo passato professionale di medico di medicina generale. L'opera installata da personale del Cantiere comunale rappresenta, come detto dall'artista, "una grande ferita, una crepa che ci portiamo nel cuore a causa del Covid. Nella parte centrale, il colore rosso che cola rimanda al dolore e alla vita di coloro che oggi non ci sono più e che hanno dato la vita per soccorrere gli ammalati".
    "Ben venga la memoria - ha detto la sindaca Ferdinandi - attraverso una statua che ogni giorno sia per noi un monito per fare di questa memoria un esercizio di responsabilità. Perché ciò che aiuta nel dolore e nel trauma è proprio l'esercizio dell'elaborazione e del ricordo. Dimenticare significa tradire tutte le vittime di quel periodo drammatico, così come il personale ospedaliero che ha saputo interpretare la più grande virtù dell'uomo: la cura, il sapersi occupare degli altri. Noi - ha concluso - ci eravamo ripromessi, durante quei mesi difficili, che il Covid ci avrebbe insegnato qualcosa e, prima di tutto, a investire in un sistema sanitario pubblico universale e di prossimità: è proprio ciò che come amministrazione comunale cercheremo di fare".
   

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