"Sindaco Bandecchi, restituisca
alla città di Terni la fascia tricolore che ha oltraggiato in
modo intollerabile": è la sollecitazione espressa dalla
consigliera regionale del Pd Maria Grazia Proietti, in una nota
in cui si firma "cittadina italiana ed europea", in risposta al
post pubblicato dal sindaco Stefano Bandecchi "di dileggio del
Manifesto di Ventotene".
"Non è degno di indossarla - prosegue Maria Grazia Proietti -
né di essere chiamato sindaco chi pubblica sui propri profili
social la foto di una donna seminuda e scrive 'Ventottenne - Il
Manifesto che a Ventotene non avrebbero mai potuto scrivere per
mancanza di capacità e allegria cerebrale. Erano Comunisti,
dittatura, alcol, e spie sul territorio per rompere i coglioni.
Fratellanza con Urss, Unione Sovietica (sparita)'".
"La città di Terni - sostiene l'esponente Pd - non può
sopportare oltre tali offese. Lei, sindaco Bandecchi, oltre a
non conoscere la storia, insulta una nazione intera. Ho provato
vergogna quando ho letto le sue parole e pretendo che chieda
scusa non solo a noi cittadini ternani, ma a tutti i cittadini
italiani ed europei che credono nel manifesto di Ventotene e
riconoscono in esso una pietra miliare della nostra Europa. Il
sogno della pace che per tanti popoli anche a noi vicini è
ancora lontano, quella pace che tanti popoli cercano, è una
conquista straordinaria frutto di quel pensiero che lei oggi ha
dileggiato e offeso.
Le ricordo le parole del presidente Mattarella, che durante
la sua visita a Ventotene depose un fiore sulla tomba di
Spinelli e che nel 2021 disse: 'Bisogna pensare al contesto in
cui nasce il manifesto, per rendersi conto di cosa intendono
dire a noi ancora - oltre che ai loro contemporanei - Altiero
Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. Chiedendo a tutti
quanti, esortando tutti quanti, a vigilare in difesa della
democrazia contro le derive che mettono in pericolo la
libertà'".
"Additando come spie e persone dedite all'alcool gli eroi
dell'Europa - osserva Maria Grazia Proietti - ne offende la
memoria e disconosce la storia. Storia che, in quanto sindaco
ancor più che come cittadino, dovrebbe onorare e rispettare.
Chieda scusa e meglio ancora si dimetta, dopo questo ennesimo
fatto grave e oltraggioso di cui si è reso autore e dopo il
sistematico oscuramento o, peggio ancora, pubblico travisamento
delle regole e principi democratici.
Per non parlare della volgarità del manifesto, del 'suo'
manifesto, un'immagine sessista che insulta le donne, le
denigra, le trasforma in oggetti".
"Noi tutti cittadini, uomini e donne - conclude la
consigliera regionale - pretendiamo rispetto, sindaco Bandecchi:
la smetta di cercare pubblicità con le sue improvvide uscite,
questa volta ha passato il segno. Chieda scusa alla città di
Terni, chieda scusa all'Italia intera, chieda scusa alle donne e
per favore si ritiri in un dignitoso silenzio. La misura è
colma, basta così".
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