L'Assemblea legislativa, dopo avere osservato un minuto di silenzio per la morte di Papa Francesco, ha respinto con 12 voti contrari, 8 favorevoli e una astensione (la presidente Stefania Proietti) la mozione di sfiducia presentata dai gruppi di minoranza (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Tesei presidente-Umbria civica) e rivolta alla presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti.
L'atto, la cui approvazione avrebbe comportato la decadenza della Giunta e la fine della Legislatura, auspicava le dimissioni della presidente Proietti facendo riferimento a "diverse incongruenze e falsità nelle sue dichiarazioni degli ultimi mesi riguardo al disavanzo della sanità regionale e alla necessità di aumentare i tributi". Le contestazioni riguardavano in particolare: "la discrepanza tra il disavanzo dichiarato dalla presidente e quello emergente dai documenti preliminari dell'advisor privato Kpmg, la mancata messa a disposizione della relazione completa e la rappresentazione distorta del processo che porterebbe al commissariamento statale in caso di inerzia.
Veniva anche sollevata - riferisce Palazzo Cesaroni - la questione dell'accantonamento per l'Agenzia regionale per l'ambiente, che risulterebbe già effettuato, contrariamente a quanto affermato dalla presidente Stefania Proietti, la cui posizione politica sarebbe quindi risultata compromessa". La relatrice e prima firmataria della mozione di sfiducia, Eleonora Pace (FdI), ha evidenziato che “i diritti delle minoranze in Consiglio regionale sono diventate concessioni". "L’atto che discutiamo - ha aggiunto - ha dovuto attendere oltre 20 giorni. E nella conferenza dei capigruppo le istanze delle minoranze non sono state raccolte: l’Assemblea legislativa è diventata uno mero strumento in mano alla Giunta, con le convocazioni che vengono calendarizzate in base agli impegni dei componenti dell’Esecutivo. Rispetto alla manovra fiscale, il contesto che la Giunta Proietti ha delineato per giustificarla è risultato non veritiero: i numeri non erano quelli riportati, il documento dell’advisor privato non esisteva; l’operazione verità che è stata tanto sbandierata si basava quindi su presupposti inesistenti; la presidente ha dichiarato in Aula che il Ministero avrebbe diffidato l’Umbria, ci avrebbe commissariato e avrebbe fatto una manovra che avrebbe massimizzato tutte le addizionali regionali Irpef e l’Irap. Dagli estratti della relazione ‘Prime evidenze’ di Kpmg, che stiamo ancora aspettando di vedere ufficialmente e che non è mai stata mostrata, emerge che la perdita era di 34,2 milioni (certificati dal Mef), che dovrà essere coperta dal bilancio. Quindi questo importo era già noto a fine marzo. E l’iter per il commissariamento non era quello paventato in Aula. Durante i lavori della Terza commissione abbiamo scoperto altre incongruenze tra l’inizio delle analisi da parte dell’advisor e i tempi effettivi (7 settimane almeno) necessari per giungere ad una relazione completa. Tutto ciò certifica che la manovra fiscale è stata basata su un documento di parte terza che ancora non è stato consegnato. Neppure le finalità della manovra fiscale sono chiare, visto che la maggioranza ha bocciato la nostra mozione che intendeva vincolare i nuovi introiti alla copertura del presunto buco della sanità. E neppure la necessità di reperire 14 milioni per Arpa non è reale visto che quei fondi sono stati già accantonati. Fare riferimento, come ha fatto la presidente, al New deal americano è inopportuno, perché negli Usa chi mente si deve dimettere. Mentire ai cittadini, consapevolmente o meno, non è concesso nemmeno in Umbria. Alla luce di tutto ciò, dell’utilizzo di dati parziali e non corretti, delle scelte operate, della mancanza di trasparenza, riteniamo compromessa la posizione politica della presidente Stefania Proietti. L’esito del voto su questa mozione è già scontato ma spero che serva ad aprire un confronto, anche all’interno della maggioranza. Per evitare di diffondere ancora, in futuro, notizie fuorvianti e non corrispondenti al vero”. Enrico Melasecche (Lega): “Chiediamo che la presidente Proietti dia le dimissioni perché non ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo a cui l’hanno chiamata i cittadini umbri. Se la mozione verrà bocciata speriamo almeno che questa giornata serva alla Presidente per riflettere sull’importanza di ricreare un rapporto di rispetto reciproco con la minoranza. Oggi comunque c’è un altolà di una parte importante dell’Umbria nei confronti della presidente Proietti, che ha iniziato la legislatura in maniera infelice. C’è stata una campagna elettorale volta solo a demolire il lavoro della precedente Giunta, a partire da quello sulla sanità, con promesse impossibili e inopportune. Il nostro sistema sanitario regionale è stato demonizzato, convincendo migliaia di umbri ad andarsene altrove per le proprie esigenze di salute. La calunnia è stata usata a piene mani. Il voto ha premiato questa narrazione, ma governare è altra cosa. Serve tornare ad un rapporto di serietà e misura, di lealtà nei confronti dei cittadini e dei consiglieri di minoranza. Il rispetto si ha se si dà. La nostra comunicazione, forse limitata, è stata basata sui fatti, sui risultati. Oggi c’è un profluvio di comunicati stampa che dimostrano un’insicurezza di fondo di questa maggioranza, ma anche una forte carenza di onestà intellettuale che ha caratterizzato questi cinque mesi. Come per la stangata fiscale votata, con dichiarazioni ridicole e con una dabbenaggine incredibile con cui è stata impostata, facendo cadere la Giunta nel ridicolo. Con una sequela di cifre in cui è prevalsa una demolizione della qualità dei servizi del territorio. Le affermazioni sulla stangata sono una serie di volute menzogne. Come i primi numeri lanciati per spaventare. E le cifre successive sono state anche peggio: una montagna di menzogne che ha prodotto un topolino di 34 milioni, peraltro azzerati dal payback. Menzogne anche sul fondo di dotazione, iniziato e proseguito con la giunta Marini, sull’inizio dei disavanzi delle 4 aziende e della mobilità passiva. Menzogne anche sulle grandi opere: dal nodo di Perugia alla stazione Medioetruria fino alla nuova stazione dell’aeroporto. La situazione appare allo sbando rispetto ai gravi problemi dell’Umbria. Avendo rilevato la reiterazione e la gravità di quanto sta accadendo, la fiducia è tramontata”. Fabrizio Ricci (Avs): “Mi sembra paradossale essere qui oggi a discutere una mozione di sfiducia presentata da chi meno di cinque mesi fa ha perso le elezioni. Legittimo ma paradossale. La destra che oggi chiede la sfiducia è consapevole della reale gravità della situazione che la Giunta ha trovato in Regione. Proprio per questo continua a spostare l’attenzione per non affrontare la sostanza del problema: c’è uno squilibrio strutturale enorme nei conti delle nostre aziende sanitarie. Squilibrio esploso nel 2024 con la cifra di 243 milioni di euro. Primo numero che è stato dato e che è incontestabile, utile per inquadrare la gravità della situazione. È circa il 10% del bilancio regionale dell’Umbria. Come Avs abbiamo sempre criticato l’aziendalizzazione della sanità. La missione costituzionale del nostro sistema sanitario è di garantire salute e non di erogare prestazioni per raggiungere un risultato economico. Tuttavia il pareggio del bilancio è l’attuale regola del gioco e l’Umbria non può cambiare questo dato di fatto. 243 milioni di disavanzo sono troppi per la piccola Umbria. Disavanzo non dovuto a investimenti. Al contrario abbiamo assistito a un abbassamento del livello delle prestazioni e al record della mobilità passiva fino al boom delle liste d'attesa e alla rinuncia alle cure. L’unica cosa che è cresciuta negli ultimi 5 anni è stata la sanità privata. Questo è il quadro e a fronte di tutto questo la destra sostiene che il problema dell’Umbria è la presidente Proietti. Stefania Proietti è persona per bene e credibile che sente la responsabilità del mandato assegnato. Quando è emerso il suo nome come candidata alla Regione Avs non ha avuto dubbi nel sostenerla. Nel rinnovarle la nostra fiducia vorrei chiederle di rispondere alle alte aspettative degli umbri. La pazienza è finita, la rabbia monta, la gente vuole risposte. Ma le risposte hanno un costo, non compatibile con un bilancio asfittico e ingessato. Da qui nasce la decisione di varare una manovra fiscale che lei ha definito dolorosa. Scelta che sottende a un cambiamento radicale di impostazione nel bilancio regionale. La sfida del piano sanitario regionale sarà decisiva. Un piano partecipato. Finalmente il percorso sta partendo e noi lo sosterremo con convinzione. È sulla sostanza della nostra proposta politica che verremo valutati. La resistenza al cambiamento è sempre forte. Ma il cambiamento è la nostra missione. Portiamola avanti insieme”. Laura Pernazza (Forza Italia): “In questo momento è assente l’assessore al bilancio Bori, un’assenza che pesa visto che doveva difendere una manovra che ha fortemente voluto e confezionato. Oggi discutiamo di una mozione di sfiducia che non nasce da uno scontro politico contingente, ma da una esigenza molto più profonda: il rispetto della verità, della dignità istituzionale e della fiducia dei cittadini umbri. Chiediamo questa sfiducia perché la presidente Proietti fin dal suo insediamento e ancor prima durante la campagna elettorale ha tradito il rapporto di fiducia che deve esistere tra chi governa e che affida il proprio futuro alle istituzioni. Una campagna elettorale giocata su promesse mirabolanti e costruita su narrazioni rassicuranti che si sono dimostrate totalmente inconsistenti. Ricordiamo tutte le dichiarazioni sulla sanità: abbatteremo le liste d'attesa in tre mesi, restituiremo ai cittadini umbri una sanità efficiente, veloce, equa. E invece le liste d'attesa non sono solo diminuite, ma sono raddoppiate. E quando in quest'aula abbiamo chiesto conto di questo fallimento, la Presidente ha tentato una difesa che definire assurda è un eufemismo. Ha cercato di far credere che la promessa riguardasse soltanto le prestazioni già accumulate al momento della dichiarazione, come se i cittadini umbri non fossero in grado di comprendere che nel frattempo il problema si è aggravato e che oggi la situazione è drammaticamente peggiore. Si tratta di una mancanza di rispetto verso chi aspetta una visita, un esame, un intervento chirurgico. Ma non è stato solo sulla sanità che è stato costruito un racconto ingannevole, la presidente Proietti durante la campagna elettorale ha fatto della vicinanza alle fasce fragili, del sostegno al ceto medio uno dei suoi cavalli di battaglia. Ha assicurato i cittadini dicendo che sarebbe stata dalla loro parte, che avrebbe difeso chi lavora, chi ogni giorno si impegna per costruire una vita dignitosa. Mai ha avuto il coraggio di dire che il suo vero progetto era quello di aumentare le tasse, mai ha spiegato che avrebbe scelto di colpire proprio quelle fasce sociali che aveva promesso di difendere. E come si è mosso questo Governo regionale? Con un'operazione mediatica senza precedenti, costruita ad arte per creare un clima di paura e giustificare scelte politiche profondamente sbagliate. Un’operazione costruita proprio nei giorni in cui scadevano i tre mesi promessi per abbattere le liste d'attesa. Una mossa furba, studiata per spostare il focus mediatico dal primo fallimento sulla sanità verso un'emergenza artificiale sul bilancio, così da coprire le promesse tradite. Si è fatto intendere un buco di bilancio mostruoso di 243 milioni di euro della sanità, dando la colpa all'amministrazione uscente per attribuire loro la responsabilità politica di un aumento delle tasse già studiato a tavolino. Un numero ripetuto ovunque, rilanciato sui giornali, usato per invocare l'imminente spettro di un commissariamento facendo terrorismo sulle conseguenze, ma non basta, la stessa operazione di mistificazione è stata fatta sulla mobilità sanitaria. Si è provato ad attribuire al governo Tesei tutte le colpe di questa grande sciagura, come se nel 2019 in poi fosse esploso un disastro. Ma viene dimenticato volutamente un dato fondamentale: il 2019, sotto la presidente Marini prima, Paparelli poi, entrambi del Partito democratico, è stato l'anno peggiore della storia dell'Umbria per la mobilità sanitaria. In un solo anno il saldo è peggiorato del meno dodici per cento. L'Umbria ha perso 25 milioni di euro di introiti in un solo anno, e per la prima volta la mobilità passiva ha superato quella attiva. Questo perché in quel periodo è scoppiato il più grave scandalo della storia della sanità in Umbria: ‘Sanitopoli’. Ovunque si parlava di concorsi truccati, di clientelismo, sfiducia crescente nei confronti delle istituzioni sanitarie. Come potevano i cittadini umbri continuare a fidarsi di una sanità gestita in quel modo? E la responsabilità politica di quel disastro dei partiti che oggi siedono nei banchi della maggioranza. L'anno successivo, nel 2020, è scoppiata la pandemia, aggravando ulteriormente una situazione che era già stata compromessa ben prima del 2019. Ma quali sono oggi i dati veri? Quelli che abbiamo potuto ricostruire solo grazie al nostro lavoro di minoranza e raccontano una storia diversa: non c'era un buco da 243 milioni, nè da 90 milioni, al contrario il disavanzo effettivo, come emerge dai documenti ufficiali, quelli che la Giunta ha tentato di nascondere, era di 34 milioni, ampiamente gestibile, grazie a partite di bilancio già esistenti come il Payback. Il disavanzo poteva essere assorbito senza necessità di alcuna manovra fiscale. Invece è stata varata frettolosamente in Giunta una manovra da 320 milioni di euro. Una manovra che non trova giustificazione nei dati reali, ma solo nella volontà politica di prelevare soldi dai cittadini. Una manovra costruita senza alcun impegno reale per l'efficientamento della spesa sanitaria o dei servizi pubblici. Durante la campagna elettorale il centrodestra era stato demonizzato, la collaborazione pubblico privato nella sanità era stata osteggiata con forza, arrivando addirittura a strappare in pubblico i programmi elettorali. Ma poi si è proseguito sulla stessa linea, si è continuato a ricorrere al privato convenzionato senza proporre alcuna soluzione alternativa. La manovra è stata rimodulata solo grazie al lavoro incessante della minoranza, che ha smontato punto per punto le bugie raccontate. Ma voi avete presentato la rimodulazione come una vittoria, facendo passare il messaggio di aver addirittura ridotto le tasse. Il prelievo rimane di 182 milioni di euro, sei volte tanto il presunto buco che ora si ammette essere di 34 milioni. Le conseguenze saranno gravissime. Con questa manovra l'Umbria andrà a collocarsi tra le regioni italiane con la tassazione più alta, una posizione che rischia di compromettere seriamente la competitività del nostro territorio. Le imprese, già provate da anni difficili, saranno sempre meno invogliate a investire e soprattutto ad assumere con l'Irap che aumenta del 10%. Si rischia un vero e proprio fenomeno di turismo fiscale con cittadini e imprese che cercheranno tassazioni migliori in altre regioni. Questo produrrà inevitabilmente effetti recessivi sull'economia umbra, una regione che è già in transizione e non certo a causa nostra. Questa Giunta non ha pensato alle conseguenze di lungo termine sulle future generazioni. Noi abbiamo chiesto di destinare questi fondi alla sanità, ma l'ordine del giorno della minoranza è stato bocciato, smascherando la vera realtà dei fatti. Verranno destinati a spendere e spandere come in pieno stile della sinistra. Ad essere massacrato è stato il ceto medio, quel ceto medio che regge l'Umbria, che paga le tasse, che cresce i figli, che tiene in piedi la nostra economia. Nessuna deduzione per la famiglie monoreddito. Nessuna attenzione per chi sostiene da solo Il peso di una famiglia numerosa. Un padre di famiglia con tre o quattro figli che lavora duramente per garantire il futuro ai suoi cari viene trattato come un privilegiato da colpire fiscalmente. È stato creato un sistema di tassazione che viola apertamente il principio costituzionale della progressività e della proporzionalità delle imposte. Questa non è una buona amministrazione, questa non è tutela dei cittadini, questa è improvvisazione, è manipolazione ed irresponsabilità politica. La Giunta ha dichiarato pubblici documenti che non erano ancora stati completati, ha negato l'accesso agli atti ai consiglieri di opposizione, ha costruito scelte su relazioni inesistenti. È evidente che la presidente Proietti non ha più la fiducia né del Consiglio né di buona parte dei cittadini umbri. L’approvazione di questa mozione di sfiducia rappresenta una scelta di responsabilità, si tratta di difendere l'onore delle istituzioni. Si tratta di difendere il diritto dei cittadini alla verità. Chiediamo con forza di ridare dignità alle istituzioni umbre”. Luca Simonetti (M5S): “Grazie a chi ha presentato questa mozione perché ci consente, un'altra volta, di confermare la fiducia nella presidente Stefania Proietti. Abbiamo approvato una manovra coraggiosa con convinzione, una manovra responsabile e sicuramente necessaria. Oggi davanti a questa mozione di sfiducia non possiamo che ribadire con ancora più forza la nostra stima, il nostro rispetto e il nostro pieno appoggio alla Presidente, perché sappiamo quanta dedizione, quanta competenza e quanta umanità mette ogni giorno nel suo ruolo e sappiamo che il cammino intrapreso è quello giusto. Dai cittadini abbiamo ricevuto un mandato chiaro, quello di ricostruire un'Umbria più giusta, più inclusiva, più forte, ma dal volto umano. Non ci siamo candidati per amministrare l'esistente, per correre dietro a voragini debitorie strutturali, da sanare ogni anno con risorse trovate in modo estemporaneo, ci siamo candidati per cambiare, per correggere errori accumulati nel tempo, per rimettere insieme i pezzi che erano stati abbandonati. Questa fiducia che oggi ribadiamo non è un fatto formale, è una scelta di campo, è una scelta di futuro. L'Umbria che abbiamo trovato non è semplicemente in difficoltà nei conti pubblici, è ferita nel suo tessuto sociale, nella sanità nei servizi, nella fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Abbiamo trovato comunità e territori abbandonati, disuguaglianze cresciute in silenzio. Una regione dove i giovani imparano a non aspettarsi niente dal futuro è una regione morta e l'Umbria purtroppo stava su quella strada. Per questo abbiamo scelto di iniziare un percorso diverso, non solo numeri in ordine, ma persone rimesse al centro. La manovra che abbiamo approvato non è solo un atto tecnico, ma l’inizio di una nuova stagione. Con il nuovo piano sanitario regionale vogliamo dare un'impronta chiara: una sanità pubblica territoriale accessibile, costruita ascoltando chi vive ogni giorno dentro gli ospedali, nei distretti e nelle case delle persone. E lo stesso vale per il piano sociale. Non più decisioni calate dall'alto, ma una progettazione vera, condivisa e partecipata come sta facendo l’assessore Barcaioli. Sappiamo che senza un forte tessuto sociale, senza reti di comunità, senza ascolto nessuna manovra sarà mai sufficiente. Ecco perché la fiducia nella Presidente oggi si rafforza, non si indebolisce. Perché non è solo fiducia nella gestione, è fiducia in una visione che vuole ricostruire una regione con e per le persone. Noi continuiamo il nostro cammino con serenità perché vogliamo essere giudicati per quello che faremo in cinque anni. Il nostro compito non è facile, non era facile ieri e non sarà neanche domani. Siamo chiamati a prendere decisioni responsabili, a volte difficili, ma è il modo migliore per rispettare chi ci ha dato fiducia. Abbiamo scelto di non nascondere la verità ai cittadini, abbiamo scelto di dire con chiarezza dove sono i problemi e abbiamo scelto di intervenire. Abbiamo messo al centro la difesa della sanità pubblica, abbiamo avviato un vero percorso di riforma sociale, abbiamo scelto di costruire e di non rincorrere il consenso, questo è solo un inizio. Nei prossimi mesi costruiremo insieme ai territori un modello di welfare basato sui bisogni reali delle persone con piani personalizzati, progetti di vita e con servizi accessibili. Lavoreremo per rendere la sanità davvero un diritto e non un privilegio. Continueremo a coinvolgere, ad ascoltare e a rendere i cittadini protagonisti delle scelte. Non stiamo amministrando solo il presente, stiamo progettando il futuro”. Matteo Giambartolomei (FdI): “Sono sconcertato da quanto accaduto relativamente alla manovra fiscale. Vorrei capire, presidente Proietti, il suo governo da che cosa sarà mosso nei prossimi anni, se da spirito cristiano o solo asservimento alla politica. È stata fatta una conferenza stampa fornendo dati utili allo scopo politico, pur sapendo di dare dati falsi. Sapeva che i dati della Kpmg erano altri, che c’era dell’altro rispetto a quanto mostrato ai giornalisti. Ecco perché parliamo di falsità e di inganno, comprendendo l’ipotesi di commissariamento sbandierata. E tra le falsità vi sono anche quelle dette a proposito della precedente giunta regionale il cui lavoro è stato infangato. Non è corretto raccontare dati parziali, non è vero che la manovra fiscale era finalizzata a coprire un buco della sanità, ci sono altri scopi da perseguire. È legittimo fare scelte di governo anche impopolari come una manovra fiscale, che per molti però è un danno serio, ma non possiamo scaricare la colpa su altri. Forse è politicamente strategico ma moralmente è solo da condannare. Poi, da cristiano come lei, mi chiedo come gestirà le tematiche del fine vita e altri argomenti che contrastano i suoi principi culturali, che ben conosco. Come pensa di andare avanti, si rende conto che quei principi cristiani che dovrebbero ispirare tanto lei quanto anche me non collimano con le questioni che dovrà affrontare? L’unica cosa che vorrei chiederle è di ritrovare quello spirito cristiano che certo non le manca”. Nilo Arcudi (TPUC): “Questa è una giornata che non auspicavamo, siamo stati obbligati a fare questo percorso, vista questa esperienza politica molto deludente. L’istituzione che rappresentiamo deve venire prima di tutto, prima della propria appartenenza politica e degli obiettivi da raggiungere, dobbiamo usare trasparenza, correttezza e onestà e ciò non sta accadendo. Sulla gestione delle cose accadute, che hanno portato alla manovra fiscale, si ravvisano opacità e incertezza volute riguardo alla scelta di aumentare le tasse, che è invece legittima. Il 18 marzo scorso è partita una campagna di comunicazione fallimentare: si è parlato di un buco di bilancio di 243 milioni accertato da un ente di parte terza, di cui non si è fatto il nome, e tale buco ci obbligherebbe alla manovra fiscale. Ma il buco non è di 243 milioni, quindi la premessa è falsa. Se si parte dicendo cose non vere poi il clima che si crea è questo. Abbiamo chiesto di avere la relazione del soggetto terzo e, a oggi, 29 aprile, ancora non c’è, nonostante la nostra occupazione dell’Aula per avere risposte. Il commissariamento è un'ipotesi del tutto infondata. Kpmg è in giro per l’Umbria da mesi, poi scopriamo che l’incarico viene affidato solo a fine marzo. Si perde credibilità. Il deficit è di 34 milioni di euro ma continuate con azioni di allarmismo paventando il rischio commissariamento e non citate quel dato che smentisce l’emergenza. Tutta la campagna di comunicazione è sul buco di bilancio e sulla necessità della manovra, poi nei vostri atti si dice che queste risorse serviranno in parte per la sanità ma anche per molte altre cose. La narrazione iniziale è perciò del tutto falsa. Anche i sindacati sono contrari alla manovra, come diverse forze di sinistra, che vi criticano. L’ex presidente Marini, l’ex vicepresidente Paparelli, il leader di Umbrialeft Stefano Vinti sono tutti in disaccordo. Non siamo i soli a dire che questa manovra fiscale poteva essere evitata. Questa fase iniziale della legislatura è veramente cominciata male. Resterà la grande sfiducia degli umbri per quanto accaduto. L’antipolitica nasce anche da questi comportamenti”. Bianca Maria Tagliaferri (Ud - Pp): “La mozione esprime il punto di vista dell’opposizione, che però non riesce a trovare validi motivi per proporre la fine della legislatura. In questi primi mesi la presidente Proietti non si è mai sottratta agli impegni e alle sfide. Nessuno vorrebbe fare una manovra fiscale come questa, che però era necessaria e ineludibile. Era necessario assumersi la responsabilità di avviare un nuovo percorso. La sanità umbra nell’ultimo periodo è migliorata, si è riavviato il percorso per gli infermieri, è stata aperta la casa di comunità a Ponte San Giovanni, sono state reperite le risorse per il sostegno alla non autosufficienza. Alla presidente deve essere consentito di lavorare in un clima di rispetto. Servono apporti costruttivi e non proteste sterili”. Andrea Romizi (FI): “Credo che i colleghi di maggioranza non abbiano colto il senso della mozione di sfiducia. Questo atto non si basa sul mancato raggiungimento di qualche obiettivo o sul disconoscimento della storia politica della presidente. La mozione si basa sul modo in cui sono state portate avanti alcune campagne. Non conta solo cosa verrà realizzato da questa Giunta ma anche come. Fuori da quest'Aula ci troviamo spesso a partecipare a convegni e incontri durante i quali ci ricordiamo anche del come si fanno le cose, come si interloquisce con la cittadinanza e con i corpi sociali. Molti di noi hanno sottoscritto la Carta di Avviso pubblico, che indica all'amministratore di agire con trasparenza, obiettività e correttezza. Perseguendo il confronto democratico, garantendo l’accesso dei cittadini alle informazioni. Don Luigi Sturzo, nel 1957, ricordava che ‘la finalità buona non giustifica mai la menzogna’, intesa come tendenziosità o incompletezza di un documento. Capisco la difesa di ufficio ma in questi mesi tutti gli osservatori terzi hanno potuto stigmatizzare il comportamento della Giunta. E siamo ossessionati da una relazione, quella della Kpmg, che ha avuto una storia travagliata e di cui non abbiamo mai avuto copia. Paradossalmente proprio la presidente Proietti ha dichiarato che quella relazione rendeva necessaria la manovra fiscale. Un documento, centrale e rilevante, a cui si è fatto riferimento per settimane, a partire dal 18 marzo. Nella riunione di Commissione del 24 marzo questo documento pareva esistere per poi scomparire in un silenzio carico di imbarazzo. Il 25 marzo, in Consiglio regionale, la presidente fa di nuovo riferimento a questa relazione, senza però trasmetterla all’opposizione. Nella conferenza stampa del 26 marzo compaiono solo delle slide, anche queste non consegnate. Il 3 aprile in Terza commissione sono gli stessi rappresentanti di Kpmg a dire che la relazione non c’è ma che esiste solo un documento di lavoro. Neppure con l’accesso agli atti abbiamo potuto vedere questi documenti, che ci sono stati promessi per il 30 aprile. Tutto questo è conforme ad Avviso pubblico, agli insegnamenti di Don Luigi Sturzo? Non credo proprio. C’è stata una concentrazione di errori e falsità durante questi ultimi mesi: sul commissariamento, sulla reale entità della manovra, sugli effetti sui redditi. La maggioranza ha tempo per aprire una riflessione per modificare un atteggiamento che male vi ha qualificati in questa prima fase della Legislatura”. Cristian Betti (Pd): “Io mi fido di Stefania Proietti e voterò convintamente contro alla mozione di sfiducia perché conosco il suo profilo e il suo atteggiamento. Non ho difficoltà a immaginare il mio futuro qui dentro in una maggioranza guidata da lei. Mi hanno detto che sono un dialogante. Ho sempre cercato di trovare dei ponti, dei canali di comunicazione, momenti in cui ci si potesse confrontare per arrivare a mediazioni al rialzo. Spesso ci sono riuscito con la collaborazione di tutti. C’è una predisposizione naturale a cercare comportamenti corretti: è chiaro che quegli stessi comportamenti sono a chiederli con forza alla minoranza. Rispetto porta sempre rispetto. Le accuse che ci vengono mosse, trovo facilità a riportarle anche dall’altra parte. Basti pensare alle accuse di aver esagerato nelle denunce di sessismo. Queste affermazioni sono incredibili, inaccettabili. È un paradosso che solo dopo quattro mesi di governo ci si trovi di fronte a una mozione di sfiducia. Una mozione forte che ci accusa di allarmismo e di creare una narrazione su numeri falsi. Ma in questi mesi sono circolati post, articoli di giornale dove veramente venivano scritte cose non vere. E non erano mano nostra. Sono girate addirittura delle tabelle che facevano vedere che oggi l’Umbria sarebbe la regione con le tasse più alte d'Italia. Ma non è vero. Questo allarmismo di cui noi saremmo stati i motori probabilmente è un qualcosa che attraverso una comunicazione fuorviante qualcun altro ha contribuito a creare. Nella mozione c’è scritto che la presidente Proietti si trova in una posizione politica compromessa al punto da mettere a rischio l'immagine anche istituzionale della Regione Umbria. Questa definizione la trovo dissonante con il profilo di Stefania che su trasparenza, coerenza, legalità e affidabilità non ha nulla da imparare. Sulla manovra, l’Umbria non è un caso isolato: 10 regioni italiane su 20 hanno operato manovre fiscali. Non è sparando mozioni di sfiducia che noi risolviamo il problema dei conti sulla nostra penisola. Questo significa che c’è un problema e su questo dobbiamo riflettere anche con il governo nazionale. La manovra è legata ad una situazione innegabile di difficoltà della sanità e dei bilanci della sanità. La mobilità passiva che è arrivata a pesare su 36 milioni di euro e un bilancio che è rigido e che difficilmente permette di cofinanziare i programmi europei. Una manovra di cui ci assumiamo tutta la responsabilità e che oggi ci consente di voltare pagina e guardare alla prospettiva della nostra regione. La prima delle priorità è di arrivare finalmente alla stesura del piano sociosanitario. Che è fondamentale per ridare dignità alla sanità della nostra regione. Avanti Stefania, continua così, il nostro appoggio non mancherà”. Eleonora Pace (FdI): “Negli interventi della maggioranza mi aspettavo risposte nel merito delle questioni sollevate dalla mozione, relative a affermazioni false. Invece sono stati interventi che hanno osannato la presidente Proietti, ma non solo non hanno risposto nel merito ma hanno aggiunto ulteriori bugie. E hanno lanciato dei segnali alla Presidente. È stato detto che la pazienza degli umbri è finita: bisogna lasciare da parte la propaganda della campagna elettorale e iniziare a lavorare per riforme che non si vedono. Sulle tassa al ceto medio il giudizio lo riceverete dai cittadini. Noi vi accusiamo di questa mistificazione oramai diventata manifesta dei presupposti che voi avete raccontato per giustificare tutto ciò. Un fatto di una gravità assoluta e che mostra incapacità, inadeguatezza, superficialità. State dimostrando mancanza di coraggio. Assumetevi la responsabilità delle vostre scelte politiche, invece continuate a nascondervi dietro bugie. Nascondete la realtà di questa manovra fiscale di 184 milioni di euro: se ai 34 milioni di disavanzo aggiungete anche il fondo di dotazione si arriva a 73 milioni. Ma 184 meno 73 fa 111 milioni: un tesoretto che con il centrodestra era stato spazzato via. Ad aumentare le tasse sono capaci tutte, a fare scelte gestionali no. Noi aspettiamo le riforme. Per ora le uniche cose che sono state riformate sono le tasche degli umbri”. Donatella Tesei (Lega-portavoce opposizione): “Oggi ho avvertito un grande disagio perché siamo di fronte ad un atto molto forte ed importante che non avrei mai voluto sottoscrivere. Ma il disagio più grande è vedere in quest’Aula come molti consiglieri della maggioranza hanno sviato sul tema, hanno parlato di altro e questo dimostra che si è perfettamente consapevoli della gravità dei comportamenti tenuti negli ultimi due mesi. A questo si aggiunge un fatto, motivo di grande rammarico: i sorrisi. Nell’ultimo Consiglio in cui si è approvata una manovra straordinaria di 184 milioni, dopo una correzione rispetto ai 322 milioni che non rappresentavano una bozza, in quanto rappresentava un atto approvato in Prima commissione consiliare. E da lì e contro quelle motivazioni che noi abbiamo abbandonato la Commissione e conseguentemente occupato l’Aula consiliare per 15 giorni. Tutto ciò per chiedere il presupposto di questa manovra, la fantomatica relazione di Kpmg, il cui nome compare nei primi giorni di marzo ad opera di un giornale, poi non viene più detto nulla, per ricomparire dopo e nella forma materializzata di un elaborato, come definito dalla presidente Proietti, di 150 pagine, che sarebbe stato reso pubblico ed alla base della manovra, per un buco, è stato detto, di 143 milioni. Tutto ciò rappresenta una mistificazione, perché al disavanzo delle Aziende sanitarie va tolto la Gsa (153 milioni) e poi vanno tolte le premialità previste (33 milioni), il payback farmaceutico (28 milioni) e tutto questo era chiaramente riportato nella prima relazione di Kpmg che la presidente Proietti aveva a disposizione durante la prima conferenza stampa dello scorso 26 marzo, ma che ha volutamente omesso di far conoscere alla stampa e ai cittadini. Nella relazione veniva chiaramente detto che il disavanzo del quarto trimestre 2024 era 34 milioni di euro. E lei, presidente Proietti, generando allarme ha detto che o faceva la manovra o si andava al Mef con i 90 milioni e questo scudo. È incredibile che sia stato il Mef a dirvi che erano invece 34 milioni. Una fatto incredibile mai accaduto nella storia delle Regioni italiane in materia di sanità. Il payback dispositivi medici è una situazione che ha superato il vaglio della Corte costituzionale e sono somme che spettano alle Regioni e con queste somme si andrebbe in attivo. Ma c’era la fretta di giustificare questa manovra. Poi grazie ad una iniziativa molto forte arrivata da più parti e non solo da noi, si cambia la manovra e si arriva a 184 milioni ed anche in questo caso, prima si fa l’operazione ‘verità’, poi l’operazione ‘chiarezza ed efficacia’, ma non è possibile continuare a mostrare slide sapendo di mentire come è stato fatto lo scorso 9 aprile, il giorno prima del Consiglio regionale. Ma non è vero che la situazione da voi descritta è presente dal 2020 in poi, perché mentre la quota del fondo sanitario nazionale negli ultimi anni viene attribuita a fine anno e quindi si somma solo al quarto trimestre, negli anni passati veniva attribuita prima e quindi le somme venivano spalmate su tutto l’anno. Perché lei, Presidente Proietti il 9 aprile, dopo essere stata al tavolo del Mef continua a dire dei 90 milioni di euro quando sapeva benissimo che erano 34. Queste bugie le hanno capite i cittadini, ma anche i partiti che sostengono questa maggioranza e allora si capisce il motivo per il quale, negli interventi, non viene affrontato il merito della mozione. Ancora oggi si continua a parlare della causale, cioè il disavanzo della sanità. Ma magari, presidente Proietti, cominci a dire che l’Umbria è tra le prime 5 regioni italiane Benchmark perché magari qualcuno evita di andarsi a curare fuori. Ma l’impatto più importante che ha avuto la sanità regionale è stato il cosiddetto scandalo ‘sanitopoli’ perché non solo i cittadini non si fidavano più, ma sono scappati dall’Umbria i professionisti. Le riforme, quelle necessarie, quelle che abbiamo iniziato noi, quando pensate di portarle avanti? Parlate del nuovo piano sanitario, ma intanto bisogna governare i servizi. Oggi sono raddoppiate le liste di attesa, nonostante le vostre mirabolanti promesse. Se fate arrivare alle Aziende sanitarie comunicazioni interne con cui la Regione dispone la riduzione del 30 per cento del monte ore di lavoro straordinario da destinare a progetti incentivanti per l’anno 2025 e nel secondo trimestre arriverà al 60 per cento come pensate di erogare i servizi? Si andrà dal privato? Ed quindi ora che c’è questa manovra, di cui abbiamo avuto la certezza che il ricavato non sarà destinato alla sanità avendo voi bocciato un chiaro nostro ordine del giorno. Se si vogliono fare le manovre bisogna avere il coraggio di spiegare le causali vere. Questa manovra colpirà famiglie ed imprese portando l’Umbria ad una recessione perché disattiverà i consumi e l’occupazione”. Stefania Proietti (presidente Giunta regionale): “Non ho mai parlato di un buco di 243 milioni. Disavanzo è il termine che ho usato riferendomi ai bilanci al 31 dicembre 2024 delle aziende sanitarie e alle certificazioni delle direzioni generali. Se non avessimo trovato copertura ci sarebbe stato il commissariamento e ci sarebbe stato imposto un piano di rientro. Senza questa manovra avremmo dovuto tagliare i servizi o chiudere gli ospedali. Il disavanzo era noto anche nella precedente Legislatura, ma non è stato affrontato".
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