Ammontano a oltre 243 milioni di
euro i maggiori costi operativi delle quattro Aziende sanitarie
umbre (le ospedaliere di Perugia e Terni e le Usl, Umbria 1 e 2)
rispetto al fondo sanitario regionale che ne garantisce la
sussistenza. Lo ha reso noto la Regione spiegando che si tratta
di un "deficit strutturale" che parte dal 2020 e che, "anziché
essere ripianato dopo gli anni del Covid, continua a crescere
fino alla cifra record di 243 milioni e 452 mila euro maturata a
fine 2024".
Palazzo Donini ha quindi specificato che il dato emerge
dalla "relazione sullo stato dei conti del sistema sanitario
regionale" che la Giunta regionale, guidata da Stefania
Proietti, dopo aver analizzato i bilanci delle aziende
sanitarie, ha commissionato a un ente di terza parte per avere
un riscontro di verifica indipendente.
"Negli ultimi anni il sistema sanitario della Regione Umbria
ha mostrato evidenti criticità nel conseguimento dell'equilibrio
economico finanziario - è riportato nel documento - peraltro
evidenziate dal Ministero dell'economia e delle finanze, già dal
rendiconto 2021 in sede di verifica dei conti cui la Regione è
sottoposta ai sensi della normativa vigente (Verbale Mef del
Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti Regionali del
16 novembre 2022).
L'assenza di qualsiasi manovra di efficientamento da parte
dell'amministrazione regionale negli anni dal 2020 ad oggi ha
comportato di fatto un trend in costante peggioramento dei
conti. Che è andato di pari passo con un peggioramento delle
prestazioni del sistema caratterizzato da una serie di criticità
che hanno riguardato sia la sua sostenibilità economica, sia un
graduale peggioramento della mobilità sanitaria interregionale,
con un aumento della quota di cittadini umbri che si recano
presso altre regioni per usufruire di servizi sanitari (mobilità
passiva) e una diminuzione di cittadini di altre regioni che
vengono a farsi curare da fuori (mobilità attiva): la Regione
Umbria negli ultimi cinque anni è diventata maglia nera per
mobilità passiva a livello nazionale (fonte Agenas) con il 23,9%
di incremento di costi dovuti a chi si reca fuori regione per
curarsi. Dal punto di vista della sostenibilità economica, nel
2024 il risultato economico del consolidato regionale della
sanità è negativo per 90 milioni; in particolare il disavanzo
delle quattro aziende del Servizio sanitario regionale pari a
meno 243 milioni e il risultato positivo della Gestione
sanitaria accentrata regionale pari a 153. Quindi il sistema
sanitario umbro conferma anche nel 2024 un trend economico
negativo che si rileva già da alcuni anni e, in particolare, dal
2020 in poi (fino all'anno 2019 la situazione del Ssr era di
sostanziale equilibrio). Si rileva quindi un aumento
significativo e più che proporzionale dei costi sostenuti per
l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza rispetto
all'incremento del fondo sanitario regionale, che mette in
evidenza un disavanzo economico strutturale del Sistema
sanitario regionale umbro negli ultimi cinque anni. La copertura
dei suddetti disavanzi è avvenuta, a partire dal 2020, tramite
il ricorso a risorse di natura non ordinaria e non ripetibile
(risorse derivanti da emergenza sanitaria Covid-19, componenti
straordinarie positive, ripiano dello sforamento della spesa
farmaceutica, etc.), erodendo talvolta anche risorse regionali,
da qui il richiamo del Mef avvenuto già a novembre 2022". La
Regione ha anche annunciato che è in corso un approfondimento
tecnico riguardante le contabilizzazioni operate negli anni
dalle Aziende del Sistema sanitario regionale anche con
riferimento al fondo di dotazione. Per il quale è - si legge
ancora nella nota - emerso che "la precedente amministrazione
regionale non ha adempiuto alla necessaria riclassificazione e
copertura, più volte richiesta dal Mef negli ultimi anni e anche
in data 26 novembre 2024 (ultimo tavolo tecnico del Mef prima
dell'insediamento della giunta Proietti) con un ulteriore
impatto negativo ulteriore stimato in circa - 39 milioni di euro
cui trovare copertura".
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