Cento foto per 50 anni di storia.
E' un racconto per immagini delle cinque decadi di uno dei più
grandi festival musicali italiani, conosciuto in tutto il mondo
la mostra allestita alla Galleria nazionale dell'Umbria di
Perugia.
'Umbria Jazz 1973-2023' documenta infatti alcuni degli
episodi più̀ importanti della manifestazione musicale ed è stata
realizzata in occasione del cinquantesimo anniversario dalla
prima edizione, con concerti in programma dal 7 al 16 luglio.
Ma non solo. Nella Sala Podiani, infatti, sono stati collocati
i manifesti (mancano ovviamente quelli dell'edizione 2020, non
svolta per il Covid, e del 1979, 1980 e 1981, anni in cui la
manifestazione fu sospesa) che fanno da apripista
all'esposizione allestita nelle sale adiacenti con i cento
scatti fotografici.
Curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale
dell'Umbria, e Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria
Jazz, la mostra riunisce alcuni dei fotografi che negli anni
hanno documentato la manifestazione. Gli artisti appartengono a
generazioni diverse, scelgono prospettive e angolature diverse,
eppure la sensazione è quella di una narrazione armonica: Andrea
Adriani, Massimo Achilli, Giancarlo Belfiore, Elena Carminati,
Roberto Cifarelli, Sergio Coppi, Riccardo Crimi, Pietro
Crocchioni, Tim Dickeson, Hiroki Fujioka, Marco Giugliarelli,
David Morresi, Pino Ninfa, Carlo Pieroni, Karen Righi, Mimmo
Rossi, Andrea Rotili, Adriano Scognamillo, Pio Scoppola
restituiscono momenti, vissuti e spaccati di 50 anni
straordinari. Una "collettiva" che mette insieme chi negli anni
ha quindi documentato la manifestazione e che "raccontano" la
grande musica che è passata ad Umbria Jazz.
"Abbiamo voluto raccontare una storia e sacrificato immagini
belle e artisti noti - ha spiegato durante l'inaugurazione
Pierini - perché è Umbria jazz la protagonista e non lo sono né
i fotografi né i musicisti. E per raccontare la storia del
festival bisognava selezionare con un po' di durezza. Insieme a
Pagnotta abbiamo preso anche decisioni non facili perché il
materiale era enorme e tutto molto bello".
Per Pagnotta è stato "emozionante" vedere insieme tutti questi
manifesti e le foto di 50 anni di festival, ma è soprattutto il
materiale delle prime cinque edizioni a farlo commuovere di più.
"Umbria jazz - ha sottolineato - è un brand che funziona anche
dopo 50 anni e mi auguro che al posto mio, tra altri 50 anni, ci
sia un altro a significare che il festival è ancora vivo e
vegeto".
Pagnotta si è poi soffermato sull'attuale direzione artistica.
"I concerti alla Podiani e al Morlacchi - ha spiegato - sono
stati scelti con Manuele Morbidini e quindi c'è un pool di
persone che sta lavorando insieme".
E ancora sulla Galleria nazionale come "scenografia fantastica"
per i concerti, il direttore Pierini ha affermato: "Qua si
svolgono quelli più ricercati e ricordo che otto anni fa appena
arrivato a dirigere il museo, proprio Pagnotta è stata la prima
persona che ho voluto incontrare per riprendere un percorso con
il festival che si era interrotto". "Abbiamo migliorato - ha
aggiunto - la sala dal punto di vista acustico e insieme abbiamo
fatto molta strada, sia con concerti di grande livello ma anche
con mostre fotografiche dedicate alla musica che in questi anni
abbiamo presentato come sfondo dei live e come iniziative
culturali parallele al festival. Quest'anno con questa
esposizione per i 50 anni si chiude quindi un cerchio e nel
migliore dei modi".
"Foto che fanno musica perché se uno le guarda si possono
sentire proprio le note" ha evidenziato il presidente di Umbria
jazz, Gian Luca Laurenzi, il quale ha voluto ringraziare i due
curatori per il lavoro svolto. "Perché - ha detto - sono
riusciti a ricreare la stessa atmosfera che si respirerà anche
quest'anno per 10 giorni".
La mostra, accompagnata da un catalogo bilingue edito da
Skira, è realizzata grazie alla collaborazione con Ministero
della Cultura, Regione Umbria, Comune di Perugia, Comune di
Orvieto, Fondazione Perugia, Soprintendenza Archivistica e
Bibliografica dell'Umbria. Sarà visitabile fino al 27 agosto e
quindi anche dopo il termine del festival (16 luglio).
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