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C.Cattolica,Ue 'cancella' Natale?Sarà meno tollerante e ospitale

C.Cattolica,Ue 'cancella' Natale?Sarà meno tollerante e ospitale

"Rimuovere proprio patrimonio rende Europa più povera e fragile"

ROMA, 17 febbraio 2022, 18:43

Redazione ANSA

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(di Fausto Gasparroni) Cancellare la memoria storica non consente una migliore comunicazione: porta invece a un grave impoverimento culturale e a una crisi di identità, personale e collettiva. Lo sostiene Civiltà Cattolica nel nuovo numero, in uscita sabato, in un articolo di padre Giovanni Cucci dal titolo "Europa e valori cristiani", dopo che "ha fatto molto discutere la proposta delle linee guida della Commissione europea, rese note il 29 novembre scorso, di abolire una serie di termini per consentire una 'corretta comunicazione'. Tra questi, l'augurio di 'buon Natale', espressione da sostituire con 'buone feste'".
    "È il segno - scrive la rivista dei Gesuiti - di una più generale tendenza a cancellare dall'intero continente quanto non appaia in linea con ciò che si ritiene essere il sentire comune: pensiamo ai tentativi di riscrivere la storia, correggere copioni di film, romanzi, perché considerati politicamente scorretti". Ma, "a differenza dei monumenti abbattuti, o delle censure di circostanza, è significativo che il documento, anche se prontamente ritirato, giunga da un organo di governo istituzionale: si tratta di un'iniziativa volta a imprimere un preciso indirizzo comportamentale".
    "Una decisione che suscita non pochi interrogativi - sottolinea padre Cucci -. Chi può, ad esempio, stabilire a tavolino quali caratteristiche debba avere una cultura in linea con la 'corretta comunicazione'? E quali caratteristiche dovrebbe avere in una società che si presenta sempre più stratificata e complessa? Cancellare le differenze e le tradizioni storiche che hanno contribuito a formare l'identità di una nazione, di un continente, porterebbe alla dittatura del 'pensiero unico', che è poi il pensiero della moda del momento". Civiltà Cattolica ricorda che "l'identità dell'Europa è il frutto di un lento e variegato intreccio di tradizioni differenti: greco romana, ebraico-cristiana, illuminista, romantica. Esse sono state, come nota Paul Ricœur, anzitutto spazi di accoglienza, di integrazione e di stabilità".
    "Tale diversità, riconosciuta e accettata - prosegue -, è l'autentica condizione per il dialogo, perché una cultura è strutturalmente aperta ad altre culture, il cui intreccio contribuisce di fatto alla sua formazione. Un processo simile a quanto accade per la genesi di una lingua, che racchiude in sé la presenza di altre lingue che ne hanno segnato il percorso: l'italiano ha termini che provengono dal latino, greco, arabo, inglese e francese. Ogni lingua inoltre è strutturalmente aperta ad altre lingue, che si possono apprendere a partire dalla propria lingua materna".
    "Nel momento in cui cerca di rimuovere da sé questo patrimonio - osserva la rivista dei gesuiti -, l'Europa non diventa più tollerante, ma più fragile e povera. La tendenza odierna a erigere muri, a chiudersi all'accoglienza e all'ospitalità è una conseguenza della mancata accettazione del proprio patrimonio culturale: non a caso l'ospite e il forestiero erano messi in grande rilievo dalla tradizione classica e biblica, che consideravano lo straniero protetto da Dio".
    . Nell'articolo di padre Cucci, tra l'altro, si mostrano le molteplici presenze della tradizione cristiana nel Vecchio Continente: una tradizione che è a beneficio di tutti e che può essere di aiuto ad affrontare i gravi problemi che affliggono le odierne società".
   

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