/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La scritta antifascista tra i decori del Vaticano

La scritta antifascista tra i decori del Vaticano

La scritta occultata tra i decori della Terza Loggia da decenni

CITTÀ DEL VATICANO, 13 settembre 2023, 14:33

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Manuela Tulli) È una piccola curiosità storica legata agli effetti dell'8 settembre del 1943, del quale in questi giorni cade l'ottantesimo anniversario. Per scoprirla bisogna entrare in una sala affrescata nella Terza Loggia del Palazzo Apostolico, la cui ideazione viene attribuita a Raffaello, oggi adibita a sala di attesa. La loggetta faceva parte dell'appartamento del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena, stretto collaboratore di Papa Leone X. "Qui, abilmente camuffata tra il fogliame delle decorazioni, nel muro dello stipite di una finestra, si legge una piccola scritta: 'mortemussolini'". Lo rivelano Andrea Tornielli e Roberto Cetera in un articolo uscito in questi giorni sull'Osservatore Romano.
    Non si sa molto del perché e neanche sull'autore di questa 'firma' all'interno del Sacro Palazzo. Potrebbe essere "probabilmente, l'invettiva che un ignoto decoratore antifascista ha voluto immortalare in un angolino poco visibile, rendendola assai difficilmente distinguibile", riferiscono gli autori della scoperta, Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani, e Cetera, giornalista dell'Osservatore Romano. "Una scritta che a suo modo attesta quanto Pio XII e la Santa Sede fecero negli anni della seconda guerra mondiale per aiutare i perseguitati", commenta il giornale del Papa precisando: "La permanenza negli anni della scritta nascosta, sintomo del clima dell'epoca e certamente sconosciuta ai committenti di allora, non sposta di un millimetro la radicata convinzione dell'inviolabilità di ogni vita".
    Anche se non è possibile risalire all'autore, c'è un collegamento con alcune carte depositate nell'archivio dello Yad Vashem. E' infatti conservato un documento contenente una lettera della ditta di decorazioni Valci datata 30 gennaio 1944, che in calce riporta un'attestazione del direttore generale dei Servizi tecnici della Città del Vaticano. Vi si legge che la ditta ha assunto in qualità di decoratore il signor Mario Bianchi, nato a Bari nel 1907. Mario Bianchi è il falso nome di Ulisse Finzi, ebreo milanese e noto antifascista, più tardi marito di Matilde Bassani, protagonista della Resistenza. Il documento, rilasciato dopo l'armistizio e l'arrivo dei tedeschi a Roma, doveva evidentemente servire come lasciapassare.
    Proprio negli 1943-1946 la loggetta venne sottoposta a lavori di restauro. "È possibile che l'invettiva antifascista nascosta nell'affresco - concludono Tornielli e Cetera - sia in qualche modo legata alla presenza di maestranze di ditte come la 'A.Valci Decorazioni e Verniciature' (di cui Finzi era dipendente; anche se sicuramente non era decoratore), che avevano accesso al Vaticano in un momento in cui la Santa Sede, e a ricaduta tanti conventi e ordini religiosi, si stavano impegnando per salvare i perseguitati in una Roma ormai in mano ai nazisti dopo l'armistizio dell'8 settembre".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza