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Card. Semeraro, abbattere i muri, servono operatori di pace

Card. Semeraro, abbattere i muri, servono operatori di pace

A Markowa, in Polonia, la beatificazione della famiglia Ulma

MARKOWA, 10 settembre 2023, 11:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Questa riunione di famiglie ebree e una famiglia cattolica nello stesso martirio ha un significato molto profondo e offre la luce più bella sull'amicizia ebraico-cristiana, a livello sia umano, sia religioso". Lo ha detto il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, alla messa di beatificazione degli Ulma, la famiglia polacca che durante nel 1944 fu uccisa dai nazisti per avere nascosto otto ebrei.
    "Potremmo dire oggi che, con la concretezza del loro gesto, la famiglia Ulma, come anche le altre persone di buona volontà che avevano aiutato gli ebrei, hanno anticipato gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, di San Paolo VI e di San Giovanni Paolo II, proponendosi di vivere l'atteggiamento di chi abbatte i muri e abbraccia con la carità fraterna", ha detto il cardinale nella cerimonia a Markowa sottolineando che "l'accoglienza del prossimo è poi un compito quanto mai urgente a motivo delle violenze e delle devastazioni causate dalla guerra. L'invasione russa dell'Ucraina, per la quale si combatte ormai da 18 mesi, ha spinto alla fuga un grande numero di profughi, che hanno bussato alle porte della Polonia in cerca di un rifugio sicuro. In questo difficile contesto diverse istituzioni governative centrali e amministrazioni locali nonché migliaia di persone, di semplici famiglie, in modo spontaneo, hanno aperto le porte delle loro case per accogliere chi ha dovuto fuggire dalla propria". "L'intercessione dei nuovi Beati e la loro testimonianza di carità evangelica incoraggi tutti gli uomini di buona volontà a diventare operatori di pace".
    Semeraro ha anche menzionato nell'omelia il settimo figlio degli Ulma, martire e beato con i genitori e i sei tra fratelli e sorelle, che ha visto la luce al momento dell'esecuzione della mamma che era incinta. "E' la sua voce innocente che vuole scuotere le coscienze di una società dove dilaga l'aborto, l'eutanasia e il disprezzo della vita vista come un peso e non come un dono. La famiglia Ulma ci incoraggia quindi a reagire a quella 'cultura dello scarto', che Papa Francesco denuncia".
   
   

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