"Questa riunione di famiglie ebree
e una famiglia cattolica nello stesso martirio ha un significato
molto profondo e offre la luce più bella sull'amicizia
ebraico-cristiana, a livello sia umano, sia religioso". Lo ha
detto il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il
cardinale Marcello Semeraro, alla messa di beatificazione degli
Ulma, la famiglia polacca che durante nel 1944 fu uccisa dai
nazisti per avere nascosto otto ebrei.
"Potremmo dire oggi che, con la concretezza del loro gesto,
la famiglia Ulma, come anche le altre persone di buona volontà
che avevano aiutato gli ebrei, hanno anticipato gli insegnamenti
del Concilio Vaticano II, di San Paolo VI e di San Giovanni
Paolo II, proponendosi di vivere l'atteggiamento di chi abbatte
i muri e abbraccia con la carità fraterna", ha detto il
cardinale nella cerimonia a Markowa sottolineando che
"l'accoglienza del prossimo è poi un compito quanto mai urgente
a motivo delle violenze e delle devastazioni causate dalla
guerra. L'invasione russa dell'Ucraina, per la quale si combatte
ormai da 18 mesi, ha spinto alla fuga un grande numero di
profughi, che hanno bussato alle porte della Polonia in cerca di
un rifugio sicuro. In questo difficile contesto diverse
istituzioni governative centrali e amministrazioni locali nonché
migliaia di persone, di semplici famiglie, in modo spontaneo,
hanno aperto le porte delle loro case per accogliere chi ha
dovuto fuggire dalla propria". "L'intercessione dei nuovi Beati
e la loro testimonianza di carità evangelica incoraggi tutti gli
uomini di buona volontà a diventare operatori di pace".
Semeraro ha anche menzionato nell'omelia il settimo figlio
degli Ulma, martire e beato con i genitori e i sei tra fratelli
e sorelle, che ha visto la luce al momento dell'esecuzione della
mamma che era incinta. "E' la sua voce innocente che vuole
scuotere le coscienze di una società dove dilaga l'aborto,
l'eutanasia e il disprezzo della vita vista come un peso e non
come un dono. La famiglia Ulma ci incoraggia quindi a reagire a
quella 'cultura dello scarto', che Papa Francesco denuncia".
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