Si è tenuta il 6 marzo scorso
l'udienza di discussione davanti al Tar Veneto del ricorso
presentato dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu,
Mountain Wilderness e Wwf contro il collegamento sciistico tra
il Comelico e la Val Pusteria, fra le province di Belluno e
Bolzano.
Il collegamento, sostengono le associazioni, tocca aree di
elevata integrità naturalistica, ambientale ed ecosistemica,
sottoposte al vincolo di area vasta ripristinato nel 2024 dal
Consiglio di Stato, dopo che il Tar Veneto nel 2022 lo aveva
annullato, e intersecante aree della "Rete Natura 2000".
Davanti ai giudici amministrativi gli ambientalisti hanno
ribadito che il collegamento sciistico non si può fare. Nessun
documento offerto in giudizio dal Comune di Comelico Superiore
(Belluno) è stato idoneo a dimostrare che nel 2007 il
collegamento sciistico contestato fosse già previsto negli atti
di pianificazione comunale. La stessa Soprintendenza aveva
qualificato come "particolarmente grave" il fatto che le
varianti urbanistiche approvate dal Comune e impugnate non
abbiano tenuto in nessun conto il decreto ministeriale di area
vasta, pienamente vigente ed efficace al momento della loro
approvazione.
Nella nota congiunta, le associazioni auspicano una sentenza
"che preservi un territorio di grande valore ambientale e ricco
di biodiversità, nel rispetto delle generazioni future, per
contribuire alla battaglia contro i cambiamenti climatici" e si
rivolgono alle comunità locali per "ripensare alla
pianificazione del loro territorio, cercando di valorizzare e
preservare la ricchezza naturale e la biodiversità che ancora
sopravvivono nei loro territori, affinché si facciano portatrici
di nuovi valori ecologici, fondamentali in questo periodo in cui
la crisi climatica ci pone ogni giorno sfide nuove da gestire".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA