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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
(Arv) Venezia 29 apr. 2025 - La consigliera regionale del Pd, Annamaria Bigon, vicepresidente della Quinta commissione consiliare, competente in materia sociosanitaria, nel corso di una conferenza stampa, oggi, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, ha tratteggiato un quadro allarmante sul fronte della non autosufficienza in Veneto, invocando “una riforma complessiva della presa in carico delle persone fragili”. Sono intervenuti anche le colleghe Dem Chiara Luisetto e Francesca Zottis, membri della Quinta commissione, e Jonatan Montanariello, assieme a rappresentanti del Codacons, di CGIL e Fials, dei Comitati familiari di persone non autosufficienti.
“Proponiamo innanzitutto un nuovo piano di investimenti: subito 100 milioni di euro per aiutare le Case di riposo, le Strutture che accolgono le persone non autosufficienti – spiega Bigon – Non riteniamo sufficiente il finanziamento regionale complessivo di 20 milioni di euro per gli anni 2024, 2025 e 2026. Servono altresì più posti letto accreditati e le rette devono essere eque. È poi urgente mettere finalmente mano alla riforma delle IPAB, trasformandole in Centri servizi nell’ambito della filiera dell’assistenza territoriale. Serve infine istituire un Tavolo di confronto stabile che metta in relazione tra loro Regione, Parti sociali, Sindacati, rappresentanti dei familiari e delle Strutture, per risolvere una situazione che si è fatta davvero complicata”.
“In Veneto, infatti, abbiamo 328 mila over 65 non autosufficienti; 46 mila hanno fatto accesso a Strutture residenziali almeno per un giorno all’anno; 145 mila non autosufficienti vengono assistiti a domicilio – aggiunge la vicepresidente della commissione sociosanitaria fornendo alcuni dati – Ormai il domicilio è diventato il più grande ospedale”.
“È prioritario – secondo Annamaria Bigon - da un lato aiutare le strutture che accolgono le persone fragili, dall’altro sostenere le famiglie: bisogna investire di più. Anche perché i posti letto sono pochi, a fronte di 10 mila anziani in attesa di essere ospitati all’interno delle Strutture residenziali. D’altro canto, possono essere garantiti pochi accessi alle cure domiciliari”.
Per Francesca Zottis “l’attuale sistema del Welfare non potrà reggere a lungo ed è quindi prioritario attuare una riforma generale dei Centri servizi per anziani in Veneto, basata sul principio di sussidiarietà, mettendo assieme assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale”.
Chiara Luisetto pone la necessità di “riconoscere, sostenere e valorizzare i Caregiver familiari”, e ritiene “non condivisa con le Strutture e le famiglie la sperimentazione finora portata avanti”.
Jonatan Montanariello paventa “il rischio che quello dell’assistenza diventi un mercato in mano a soggetti privati. Dobbiamo mettere al centro dell’agenda politica il tema degli investimenti: la popolazione invecchia, ha sempre più bisogno di assistenza, le famiglie non riescono più a farsi carico delle rette per l’accoglienza nelle Case di riposo dei propri cari e si trovano senza assistenza domiciliare. Siamo di fronte a una sfida innanzitutto culturale per l’attuazione di un vero piano che metta assieme le diverse componenti impegnate nel sostenere le fragilità”.
Tommaso Todesca del Codacons chiede “un maggiore coinvolgimento nei Tavoli decisionali delle associazioni che tutelano i diritti delle persone”, e ha sottolineato come “la legge prevede che gli anziani debbano pagare in base alle loro disponibilità economiche, non di più: deve fare fede l’ISEE residenziale”.
Anche Luigi Zanon, rappresentante dei Comitati dei familiari, chiede “di essere ascoltati in ordine ai provvedimenti che ci riguardano”, mentre Paolo Righetti della CGIL Veneto ha invocato “uno sforzo maggiore per un salto di qualità nella programmazione degli interventi di presa in carico delle persone fragili”.
Michele Magrini del Sindacato Fials - Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità – evidenzia “i costi via via crescenti per ospitare gli anziani non autosufficienti nelle Case di riposo e la difficile situazione del personale, sempre più vecchio, stanco e demotivato”.
Per Clara Urlando, presidente dell’associazione Alzheimer Venezia, “l’assistenza domiciliare non è adeguata e serve riformare le IPAB”.
Nel corso della conferenza stampa, Annamaria Bigon ha illustrato i dati ottenuti con un recente accesso agli atti per sostenere la posizione del Partito Democratico sul fronte della non autosufficienza: a fronte dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento, negli ultimi anni, del tasso di gravità degli utenti e della degenza media, diminuisce l’assistenza delle persone fragili. Le impegnative sono insufficienti e il costo delle rette aumenta: dal 2023 al 2025, si è registrato un incremento di 665 € a carico delle famiglie con impegnativa, e di 158,7 € per le famiglie senza impegnativa.
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