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Inaugurata mostra monografica ‘Gianmaria Potenza . Elaborating New Codes’.

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PressRelease

Inaugurata mostra monografica ‘Gianmaria Potenza . Elaborating New Codes’.

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Aperta al pubblico fino al 17 ottobre 2025

13 maggio 2025, 15:27

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO


(Arv) Venezia 13 mag. 2025 - Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ed il Segretario Generale del Consiglio, Roberto Valente, hanno inaugurato oggi, a palazzo Ferri Fini, la mostra monografica ‘Gianmaria Potenza. Elaborating New Codes’, curata da Valeria Loddo ed organizzata dalla Fondazione ‘Potenza Tamini’, in collaborazione con il Consiglio Regionale del Veneto, che ha concesso il patrocinio, con il supporto di F&M ingegneria e di Grafiche Quattro ed il sostegno della Fondazione Arvedi Buschini e di Dazzo Venezia.

L’esposizione resterà aperta al pubblico, dal lunedì al venerdì, fino al 17 ottobre 2025. Martedì 20 maggio, per motivi istituzionali legati ad attività previste a palazzo Ferro Fini, la mostra non sarà visitabile.

Il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, nel suo intervento ha evidenziato come “con Gianmaria Potenza, il Consiglio regionale riprende il filo delle mostre importanti dedicate ai grandi artisti contemporanei ospitati a palazzo Ferro Fini e che hanno lasciato un segno chiaro nella storia dell'arte internazionale: pensiamo ad Alberto Biasi, ad esempio, pressoché coetaneo del maestro Potenza, o alla californiana Nancy Genn che, con il maestro Potenza, condivide non solo una straordinaria allegra vitalità, ma anche l'incredibile capacità di utilizzare diversi mezzi espressivi, letteralmente reinventando in alcuni casi forme e tecniche di espressione antiche ma che, grazie alla loro inventiva, assurgono a nuova vita. Siamo fieri di ospitare il Maestro Potenza, artista della luce, a palazzo Ferro Fini, nella sua Venezia, allungando così l'elenco degli spazi veneziani che, dalla Biennale in poi, hanno avuto la possibilità di presentarlo al grande pubblico, dimostrando che l'arte è ancora viva e luminosa in questa straordinaria città che Potenza ha saputo cantare e rinnovare con una forza, vitalità e sguardo critico che hanno solo i grandi artisti capaci di superare i tempi e le mode”.

Giorgia Pea, presidente della commissione Cultura del Comune di Venezia, presente su delega del Sindaco Brugnaro, ha sottolineato “l’importanza della mostra in quanto Gianmaria Potenza, noto al grande pubblico per aver fondato la vetreria La Murrina nel 1968, è veramente una ‘potenza’, come artista, di nome e di fatto. Credo che l’arte contemporanea abbia il grande pregio di riuscire ad instaurare un rapporto diretto e reale con il creatore delle opere. In questa esposizione, gratuita ed aperta al pubblico, si potranno ammirare le creazioni del Maestro risalenti ai primi anni Novanta, le quali dialogano con le opere più recenti. Gianmaria Potenza sa trasformare con maestria la materia in qualcosa che si chiama arte. Ringrazio la Fondazione ‘Potenza Tamini’ per aver pubblicato un Bando interdisciplinare che darà ai giovani del Conservatorio di Venezia la possibilità di reinterpretare le opere del Maestro componendo una musica adeguata. E, nell’autunno del 2026, verranno dedicate a Gianmaria Potenza due stanze all’interno della Galleria internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro”.

Josie Mackwitz Tamini, presidente della Fondazione ‘Potenza Tamini’, ha ringraziato in particolare il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ed il Segretario Generale, Roberto Valente, “per averci ospitato qui, in questo prestigioso palazzo, e per aver creduto nel nostro progetto. Questa mostra rappresenta un passo in avanti importante per la Fondazione, in quanto diamo voce ai giovani talenti che potranno visitare la mostra e creare musica”.

“Sono felice di tornare ad esporre a Venezia con un progetto importante ed in una sede istituzionale. Questa città è tutto per me: è il luogo dove la mia arte nasce e continua a trovare senso. Non c’è posto migliore per vedere le mie opere - ha confidato Gianmaria Potenza – La prima idea dell’Elaboratore mi è venuta guardando le pianole ed i rulli delle pianole che con manovella provocavano dei suoni. Erano i primi anni Novanta, un momento in cui si cominciavano a percepire i cambiamenti epocali dell’era digitale. Anni di grande energia e fermento, in cui la mia ricerca artistica ha preso una direzione più consapevole e matura sul linguaggio, definendo quelli che sarebbero rimasti i tratti, penso inconfondibili, delle mie opere, declinati in una moltitudine di tecniche e materiali che sperimento continuamente”.

"Gli anni in cui il Maestro ha dato vita alla serie degli Elaboratori hanno rappresentato un periodo di straordinaria creatività e di intense sfide, che lo hanno spinto a riconsiderare il rapporto tra arte, tempo e tecnologia – ha spiegato la curatrice, Valeria Loddo – Queste opere sono più che mai attuali e continuano ad offrire spunti di riflessione sulle dinamiche del linguaggio visivo, esplorando la tensione tra la manualità artistica e la velocità imposta dalle moderne tecnologie”.


La mostra è dedicata ad uno dei momenti più significativi della produzione artistica di Potenza: la serie degli Elaboratori, un corpus di opere, sviluppato a partire dai primi anni Novanta.

Gli Elaboratori sono opere in cui ogni elemento, piccoli cubi e cilindri in legno, è modellato, levigato ed assemblato in una costruzione in cui la ripetizione diventa un principio strutturale, scandendo lo sviluppo della composizione e facendo della dialettica tra ordine strutturale e tattilità materica un fulcro della ricerca dell’artista.

Negli Elaboratori, Gianmaria Potenza affronta le profonde trasformazioni culturali introdotte dall’era digitale negli anni Ottanta, un periodo in cui l’informatica e i linguaggi algoritmici ridefiniscono le dinamiche della comunicazione e della rappresentazione. Pur senza utilizzare direttamente strumenti digitali, l’artista assimila i loro principi strutturali, come la modularità e la serialità, trasponendoli in un codice visivo che mantiene un legame essenziale con la manualità.

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