L'Università di Sassari, con i
Centri di educazione ambientale e alla sostenibilità della
Baronia e del Nuorese, ha dato il via a un progetto che mira ad
aumentare la consapevolezza e la capacità di adattamento nelle
comunità locali, in linea con la Strategia regionale di
adattamento ai cambiamenti climatici (Sracc) della Regione
Sardegna, coinvolgendo la popolazione locale.
Le azioni, studiate da un gruppo di ricerca del dipartimento
di Scienze umanistiche e sociali (Dumas) dell'Ateneo sassarese,
coordinato da Donatella Carboni, docente di Geografia,
prenderanno avvio con un'indagine sul territorio, rivolta alle
scuole e alla cittadinanza. Gli esiti di questa ricerca saranno
alla base di un percorso partecipativo, finalizzato a migliorare
la consapevolezza delle comunità locali sui rischi climatici e
sugli strumenti operativi di protezione civile per la
mitigazione del rischio.
Attraverso queste attività il progetto permetterà di
individuare i punti di forza e di debolezza, anche informativa,
supportando le amministrazioni locali nella diffusione dei Piani
di protezione civile comunali, rafforzando le strategie locali
per favorire approcci multilivello tra istituzioni e cittadini.
Nei territori coinvolti (Siniscola, Lula, Osidda, Onanì, Alà
dei Sardi, Nuoro, Bolotana) il progetto si rivolge a tutte le
categorie di cittadini, applicando un approccio
interdisciplinare e partecipativo che unisce la ricerca
accademica e le pratiche territoriali per favorire impatti
concreti sull'adattamento delle comunità locali.
In Italia, l'indice cumulativo degli eventi climatici estremi
ha raggiunto nell'aprile 2024 il valore di 2.7, rispetto a un
minimo di 1, segnalando un aumento significativo rispetto al
decennio precedente (2014-2024).
In Sardegna, tra il 2021 e ottobre 2024 si sono registrati 7
picchi di temperature massime, mai riportate prima, 26 eventi di
siccità, ben 5 eventi di precipitazioni estreme (12 tra il 2011
e il 2020), numerosi incendi di grandi dimensioni, tra cui il
devastante rogo del Montiferru del 2021, che ha distrutto oltre
12.000 ettari tra boschi e colture agricole.
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