"#Nonsipuòmorireinbreve": questo lo
slogan del Gruppo Cronisti Lombardi, in collaborazione con la
Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), che lanciano
un'azione di
sensibilizzazione contro le morti sul lavoro - anche in
relazione al Primo Maggio - al mondo dell'informazione e ai
giornalisti tramite i Comitati di redazione (Cdr).
"Le notizie che riguardano la morte di lavoratori sono sempre
meno importanti e posizionate sempre più 'in basso', sui media:
i lanci di agenzia non hanno più le crocette, i giornali non
fanno aperture a meno che a morire non siano più lavoratori
insieme o nello stesso giorno, le tv non mandano più troupe
(anche perché ne hanno sempre di meno) - viene sottolineato in
una nota -. Insomma, come informazione ci stiamo assuefacendo al
terribile e inaccettabile fenomeno delle morti sul lavoro?
Arriveremo a metterle in una 'breve' di cronaca?".
"Purtroppo in Italia il lavoro non fa più notizia -
sottolinea Alessandra Costante, segretaria della Fnsi -. Si
confonde il lavoro a qualunque costo con la buona occupazione.
La necessità di portare il pane a casa con l'esigenza della
sicurezza quando si lavora. Ottimo l'appello del Gruppo Cronisti
della Lombardia al quale Fnsi si aggiunge. Parliamo di lavoro,
parliamone di più, rendiamolo giusto". "La piaga delle morti sul
lavoro va affrontata indubbiamente sul piano legislativo,
ispettivo, salariale, contrattuale e anche culturale, ma anche
noi giornalisti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.
Teniamo alte le notizie di morti sul lavoro. Pretendiamo che non
vengano relegate in secondo piano. È una battaglia di civiltà in
cui l'informazione può fare la differenza", afferma Fabrizio
Cassinelli presidente del Gruppo Cronisti lombardi.
All'appello aderiscono, fra gli altri, Articolo 21, Ossigeno
per l'informazione, Sindacato cronisti romani, Gruppo cronisti
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