A poche settimane da 'La mia vita da zucchina' di Claude Barras, realizzato in stop motion, arriva dalla Francia una nuova storia animata che esce dallo stereotipo di film per bambini e si rivolge con originalità, profondità e fantasia a un pubblico adulto. E' 'Le stagioni di Louise' di un maestro francese dell'animazione, Jean-François Laguionie. Il film, vincitore del Grand Prize for Best Animated Feature all'Ottawa International Animation Festival, ha debuttato in Italia alla Festa del cinema di Roma e sarà in sala dal 22 dicembre con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
E' un omaggio in colori pastello alla vita, attraverso il poetico viaggio nel tempo di un'anziana signora, Louise, portata a diventare una Robinson Crusoe sui generis in una cittadina di mare svuotatasi dopo la stagione estiva. A darle la voce nella versione italiana un'emozionante Piera Degli Esposti. Ispirandosi a paesaggisti come Jean-Francis Auburtin e Henri Rivière, che utilizzavano la tecnica del wash-drawing (dipinti ad acquerello lavato o sfumato) unita a disegni a matita e pastello, Laguionie immerge la storia in scenari naturali che richiamano la Normandia, fra tempeste, giornate di sole in spiaggia, colline ventose e grigi invernali. ''Desideravo che si avvertisse in tutte le immagini un senso di libertà e che la pellicola ne fosse totalmente intrisa, come se quest'ultima fosse stata interamente disegnata a mano'' ha spiegato l'autore, classe 1939, che ha definito questo suo quinto lungometraggio, ''il mio film più autobiografico''.
In un'ambientazione sospesa nel tempo, la protagonista Louise, nell'aspetto una classica nonna dai capelli bianchi, alla fine dell'estate, perde l'ultimo treno per lasciare la cittadina balneare di Billigen-sur-Mer, completamente disabitata nei mesi freddi. Una tempesta e un'inondazione,interrompono le strade e la ferrovia, costringendola a organizzarsi per sopravvivere in quello che pensa sarà un breve isolamento, in attesa qualcuno (la figlia, i nipoti, i concittadini), si accorgano della sua assenza. Un pezzo di vita da sola, che si colora di un ritorno agli anni della sua infanzia, durante la guerra, passata dalla nonna in campagna, dove l'aveva lasciata una madre distratta da altro; fino alla scoperta dell'amicizia e dell'amore. Un viaggio fra le stagioni che Louise condivide con un suo 'Venerdì', Pepe, anziano cane randagio. Laguionie, nel racconto, mescola il realismo delle paure legate alla terza età e alla solitudine con il ritratto di una personalità femminile coraggiosa e libera. Il film è ''un elogio della resistenza o anche un elogio della vita, molto semplicemente - ha spiegato il regista a Allociné -. Mostra come approfittare di un incidente banale o sgradevole per ripercorrere la propria vita e trarne beneficio. C'è una Robinson Crusoe che apre le sue porte e finestre invece di rintanarsi''.
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