"Non giudicate ma cercate solo di
comprendere": lo scrive nella sua pagina Facebook Laura Santi,
perugina affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi
multipla, che ieri aveva reso noto di avere preso contatti con
un'organizzazione che si occupa di fornire l'aiuto alla morte
volontaria in Svizzera.
"Amici - scrive oggi la giornalista perugina - molti di voi
da ieri mi stanno chiedendo, c'è qualcosa che posso fare, c'è
qualche problema che posso risolverti. Io vi ringrazio ma devo
dirvi di no. Non mi offrite assistenza come alcuni fanno, allo
stato attuale io sono piena di assistenza e cura. Come ho già
detto, non è quello il motivo della mia scelta. Fa male lasciare
la vita, perché di vita per me ce n'è una sola, e perché il
mondo, con le sue bellezze e le sue ingiustizie, resta sempre
interessante. Ma la vita là fuori', quella stessa vita che fa
male lasciare, non è più per me. Alcuni diranno, 'Laura ha
mollato': nulla di più sbagliato. Finché la malattia me l'ha
consentito, pur con un corpo che se ne andava via pezzetto dopo
pezzetto, io mi sono aggrappata alla vita coi denti e con le
unghie. Ma oggi non ce la faccio più. Oggi sono arrivata a una
sofferenza estrema. Una routine faticosa, dolorosa, alienante e
vuota, una ripetizione ossessiva H24 su un corpo tetraplegico e
pieno di dolori, sempre più spento, con sintomi sempre più
crudeli, una mente lucida ma che non riesce più a mantenere le
minime relazioni. Non più partecipare, non più interagire, non
più esserci. Solo un peggioramento continuo".
"Non giudicate quindi - conclude - ma cercate solo di
comprendere. Di comprendere, e di attivarvi perché le
istituzioni mi diano una risposta e perché, in Italia, si dia
una risposta a persone come me".
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