Gli specialisti di Aosta hanno studiato il caso con un consulto in telemedicina e intuito che il suo piede sinistro, esposto per tre giorni al gelo del monte Fitz Roy, in Patagonia, aveva subito un congelamento di terzo grado: così una alpinista padovana di 26 anni è stata subito rimpatriata con un volo Buenos Aires-Milano e quindi ricoverata nel reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale Parini, nel capoluogo valdostano.
Ora deve ultimare la fase diagnostica e proseguire le terapie per la rivascolarizzazione dell'arto. "Per i congelamenti di terzo e quarto grado vi è un elevato rischio di amputazione se non si interviene rapidamente con le terapie ospedaliere più idonee", sottolinea il dottor Guido Giardini, neurologo e responsabile del Centro di medicina di montagna.
Insieme al collega Davide Piccolo, chirurgo vascolare ed esperto in congelamenti, ha fornito il consulto chiesto da alcuni colleghi in Veneto, ai quali l'alpinista, dalla Patagonia, aveva inviato delle fotografie dell'arto congelato.
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