L'Abruzzo è al primo posto in
Italia per incidenza delle imprese femminili nell'artigianato:
un'attività su cinque è a guida femminile. Le imprese femminili
giovanili sono 3.767, pari al 30,6% del totale delle attività
giovanili, le imprese artigiane a guida femminile, invece, sono
6.262, pari al 21,7% del totale delle attività artigiane e
collocano l'Abruzzo nella 18/a posizione in Italia.
La regione, inoltre, è al terzo posto per quanto riguarda le
imprese femminili complessive, che sono 38.473, pari al 25,7%
del totale. Sono i dati contenuti in un'elaborazione del Centro
studi Confartigianato Imprese Chieti L'Aquila resi noti alla
vigilia della Giornata internazionale della Donna.
Nell'indagine, realizzata su dati aggiornati al 31 dicembre
2021, spazio anche alle imprese femminili a conduzione
straniera: sono 4.630, pari al 12% delle imprese femminili
totali e al 30,9% delle imprese straniere attive in regione,
dato che colloca l'Abruzzo al terzo posto.
Dal canto suo la provincia di Chieti è al terzo posto in
Italia per imprese femminili sul totale delle imprese (12.813,
28,4%) e per imprese femminili artigiane sul totale delle
imprese artigiane (1.785, 22,2%). Ed è al quinto posto per
quelle femminili giovanili sul totale delle imprese guidate da
giovani (1.086, 32,6%) mentre si posiziona al 101/o posto per
quanto riguarda la percentuale di imprese femminili giovanili
sul totale delle imprese femminili.
La provincia dell'Aquila si piazza nella parte medio alta
della classifica: 17/o posto per quanto riguarda l'incidenza
delle imprese artigiane femminili sul totale delle imprese
artigiane (1.275, 19,5%), 24/a posizione per quanto riguarda, in
generale, il peso delle imprese femminili sul totale delle
imprese (7.512, 24,7%). Nelle due province sono 20.325 attività
guidate da donne.
"Le imprenditrici, però - afferma la presidente del Movimento
Donne Impresa di Confartigianato Chieti-L'Aquila, Erika Liberati
- devono fare i conti con la carenza di politiche a favore
dell'occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a
conciliare il lavoro con la cura della famiglia".
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