"Un tavolo istituzionale con la
presenza dei membri del Comitato percorso nascite Abruzzo, dei
tecnici regionali, dell'Agenzia Sanitaria regionale, del
Comitato ristretto dei Sindaci, per uno studio più approfondito
dell'intera rete neonatale, prima della decisione di chiusura di
qualunque Punto nascita, così da valutare eventuali deroghe alla
soglia dei 500 parti l'anno previsti dal Piano Fazio".
E quanto chiedono al Presidente Luciano D'Alfonso, che è
anche commissario ad Acta della Sanità, i Consiglieri regionali
di Forza Italia, in una risoluzione che sarà discussa domani in
Consiglio regionale. Gli esponenti della minoranza avanzano a
D'Alfonso anche una serie di altre richieste: l'attivazione sia
del servizio di trasporto per le emergenze neonatali (Sten), sia
del servizio di trasporto materno assistito (Stam), per un
miglior collegamento delle neonatologie con la rete regionale di
emergenza come richiesto dal Comitato Lea; il potenziamento del
livello strutturale e organizzativo dei reparti di ostetricia e
ginecologia che resteranno attivi prima della chiusura di
qualunque punto nascita.
Forza Italia invita l'intera Assemblea ad attivarsi "per
evitare ulteriori criticità per i cittadini e i territori". "Già
lo scorso 16 settembre - sottolineano i Consiglieri Sospiri,
Febbo, Gatti, Chiodi e Iampieri - è stata approvata una
risoluzione per scongiurare la chiusura del Punto nascita di
Atri, presentata da Paolo Gatti. Il punto è che il documento di
riorganizzazione dei Punti nascita abruzzesi redatto dall'
Agenzia Sanitaria Regionale, è basato sulle analisi delle Sdo
(ricoveri ospedalieri) dell'anno 2011 e dei primi dieci mesi del
2012, quindi su dati provvisori. Il punto nascita di Ortona ad
esempio, indicato tra quelli da chiudere, ha raggiunto 513 parti
del 2012, 525 nel 2011, 524 nel 2012 e solo nel 2013 ne ha
raggiunti 492; a fine settembre 2014 ha raggiunto i 409 parti e
quindi supererà anche quest'anno i 500. Bisogna rimarcare che si
tratta di una struttura che rispetta tutti gli standard di
qualità previsti dall'Accordo Stato-Regioni". "Inoltre -
aggiungono - a Ortona si è voluto istituire l'Ospedale della
Donna, si sta per concludere la procedura per il conseguimento
della certificazione Eusoma (certificazione molto prestigiosa
conseguita da sole 5 strutture in Italia e 10 in Europa) e il
documento pubblicato dall'Agenas (Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali) nei primi mesi del 2014, esclude
proprio Ortona tra i punti nascita da chiudere". "Il Punto
nascita di Sulmona, invece, nel documento di programmazione
dell'Agenzia regionale - aggiungono i consiglieri di Fi - è
indicato tra quelli da mantenere attivi con deroga ai 500 parti
ogni anno per fattori strettamente orografici del territorio
legati alla necessità di garantire adeguati tempi di
percorrenza. Bisogna prendere atto infine che la chiusura dei
punti nascita riverserebbe la produzione su quelli già
esistenti, per esempio Penne - concludono gli esponenti di
opposizione - si sposterebbe a Pescara, che è già al massimo
dell'operatività con una media di 2100 parti all'anno e la
chiusura della struttura di Atri riverserebbe la produzione su
Teramo che giù supera gli 800 parti all'anno".
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