L'Italia ha un prezzo all'ingrosso
dell'elettricità fra i più elevati d'Europa, pari a circa 109
euro/MWh nel 2024, quasi il doppio rispetto ad esempio alla
Francia, con impatti "molto elevati" sulla competitività delle
imprese e sul costo della vita dei cittadini sono molto elevati.
E' quanto emerge dall'analisi 'un prezzo dell'elettricità più
equilibrato per la sostenibilità e la competitività del Paese',
presentata in occasione del workshop annuale dell'osservatorio
Utilities Agici-Accenture a Milano. A determinare il prezzo
elevato, secondo l'analisi, sono tre principali cause. La prima
riguarda il mix di produzione con forte dipendenza dal gas, che
copre ancora il 45% del totale al 2024 e un minore sviluppo
delle rinnovabili. A incidere poi è il meccanismo di formazione
del prezzo che fa sì che la generazione a gas agisca da price
setter nel 70% delle ore, a causa dell'assenza di alternative
programmabili. La terza causa riguarda la localizzazione sia
della domanda che della generazione rinnovabile non ottimale
rispetto alle aree geografiche con il maggior potenziale di
risorse rinnovabili a basso costo.
Alla luce di queste evidenze, lo studio Agici-Accenture
individua un percorso per abbassare potenzialmente fino al 20%
il costo dell'elettricità nei prossimi cinque anni, che passa in
primo luogo per le riforme di mercato, riducendo il ruolo del
gas come price setter da raggiungere attraverso lo sviluppo di
una piattaforma, come ad esempio il Maver, che crei un mercato
trasparente e liquido in cui domanda e offerta possano negoziare
contratti di lungo termine per le rinnovabili in modo
efficiente, riducendo i rischi e costi sia per i fornitori che
per i clienti. In secondo luogo, per Agici-Accenture, emerge
come necessaria l'accelerazione dello sviluppo delle
rinnovabili. E infine è necessaria una riduzione del costo del
gas, da attuare attraverso azioni quali negoziazioni uniche a
livello Ue e investimenti in infrastrutture per diversificare
ulteriormente le fonti di approvvigionamento.
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