"Il sistema produttivo italiano è
all'avanguardia rispetto ad altre economie nella transizione
verso modelli di produzione e consumo circolari, grazie ad una
cultura diffusa che punta a preservare il valore dei materiali e
dei prodotti nel tempo riducendo fra l'altro la produzione di
nuovi rifiuti". E' quanto emerge dal nuovo brief degli analisti
della Direzione Strategie Settoriali e Impatto di Cdp dal titolo
"Economia circolare: una leva per la competitività delle
imprese".
Nel 2024, spiegano gli esperti, quasi metà delle imprese
italiane ha già avviato un percorso verso l'economia circolare,
con una diffusione maggiore nel Nord e tra le aziende più
grandi, prevalentemente attraverso il riciclo ma anche con
soluzioni per prolungare l'uso dei prodotti. Il risparmio che le
aziende ottengono è di oltre 16 miliardi di euro, con
notevolissimi spazi di crescita se verrà dispiegato il
potenziale di innovazione delle imprese manifatturiere adottando
nuove tecnologie, processi produttivi e modelli di business. Le
statistiche evidenziano, inoltre, come l'attenzione alla
circolarità si rifletta positivamente anche sulla performance
economico-finanziaria delle aziende, in particolare diminuendo
la probabilità di default e il ricorso all'indebitamento, e
aumentando al contempo la generazione di cassa da destinare a
nuovi investimenti.
Le condizioni per una effettiva accelerazione in questo
percorso sono essenzialmente legate alla capacità innovativa
delle imprese, dove l'Italia si distingue per numero di brevetti
registrati, oltre la metà depositati dalle Pmi, spiega il
documento. Per sostenere la loro forza propulsiva nella
transizione ad una economia circolare sono indispensabili
programmi di supporto pubblico agli investimenti in macchinari,
tecnologie e/o asset immateriali, un sempre maggiore accesso
alla finanza sostenibile grazie all'operatività degli Istituti
Nazionali di Promozione e nuovi progetti strategici con "reti
produttive circolari".
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