TUNISI - Le Camere nazionali dei raccoglitori e riciclatori di rifiuti plastici, affiliate all'Unione Tunisina dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato (Utica), hanno lanciato un allarme sul potenziale collasso di Eco-Lef, il sistema pubblico tunisino per la raccolta e il recupero degli imballaggi usati. Il presidente della Camera dei raccoglitori di rifiuti plastici, Hamza Chaouch, ha esortato il presidente della Repubblica a intervenire il prima possibile per evitare il collasso del sistema, ha detto in conferenza stampa, mettendo in guardia contro un forte calo delle prestazioni di Eco-Lef, in particolare negli ultimi due anni.
Il settore, che nel 2004 contava circa 180 aziende, ora ne registra solo 30, tra cui 10 di raccolta e 20 di riciclaggio.
Chaouch ha citato l'aumento dei costi di approvvigionamento della plastica usata e la crescente concorrenza del settore informale come sfide chiave che minacciano la redditività delle aziende operanti all'interno del sistema.
La presidente della Camera per il riciclo dei rifiuti plastici, Hanen Silimi, ha osservato che Eco-Lef è finanziato dal Fondo per la Riduzione dell'Inquinamento (Fodep), che riceve un contributo del 7% dai produttori industriali ed ha sottolineato l'urgente necessità di salvaguardare e migliorare il sistema, evidenziandone i fondamentali contributi ambientali e socioeconomici. Sia Chaouch che Silimi hanno chiesto una revisione del prezzo di acquisto della plastica usata e hanno sostenuto un dialogo strutturato tra le autorità pubbliche e gli stakeholder di Eco-Lef, affermando che le aziende di riciclaggio sono disposte ad assorbire le differenze di prezzo per contribuire a sostenere il sistema. I due funzionari hanno inoltre espresso frustrazione per la mancanza di risposta da parte del Direttore Generale dell'Agenzia Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (ANGED) e del Ministero dell'Ambiente alle lettere da loro inviate, che evidenziavano le loro principali preoccupazioni. "Il direttore dell'ANGED deve dimettersi, non essendo riuscito a fornire soluzioni al settore", hanno dichiarato, invocando l'avvertimento del presidente Kais Saied secondo cui "qualsiasi inadempimento sarà sanzionato e qualsiasi funzionario che non adempia ai propri doveri verrà rimosso entro un'ora".
La Tunisia genera circa 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno, di cui il 10% è costituito da plastica, secondo il ministero dell'Ambiente. Si stima che 500.000 tonnellate di plastica finiscano in mare ogni anno, rappresentando una grave minaccia per l'ambiente e la vita marina. Secondo il World Wide Fund for Nature (Wwf), la Tunisia è uno dei principali produttori di plastica nella regione del Mediterraneo. Il Paese consuma circa un miliardo di sacchetti di plastica all'anno, l'80% dei quali non viene né raccolto né riciclato. Il Wwf stima che l'inquinamento da plastica costi alla Tunisia circa 60 milioni di dinari all'anno (circa 18 mln di euro).
Eco-Lef è regolato dal Decreto n. 1102/97, modificato dal Decreto n. 8432001, che definisce le condizioni e i meccanismi per la raccolta e la gestione dei rifiuti di imballaggio usati.
Gli obiettivi del sistema includono la riduzione del conferimento in discarica, la mitigazione dell'impatto ambientale dei rifiuti di imballaggio e la promozione del riciclaggio e del recupero dei materiali. Si concentra sui principali flussi di rifiuti, tra cui bottiglie in Pet (per acqua e bevande analcoliche), contenitori in Pvc per detersivi, pellicole e sacchetti in Pp e lattine in alluminio e acciaio.
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