TUNISI - I tre candidati alle elezioni presidenziali esclusi dalla corsa alle presidenziali in Tunisia, Mondher Zenaidi, Abdellatif Mekkidalla e Imed Daimi hanno presentato ricorso contro l'eslusione e hanno rifiutato la decisione del annunciata ieri dall'Alta autorità indipendente per le elezioni (Isie), che ha formato la lista definitiva dei candidati ammessi.
Nonostante una pronuncia di accoglimento del loro ricorso in appello da parte del tribunale amministrativo, i tre hanno espresso ieri il loro rifiuto alla decisione dell'Isie denunciandone il comportamento. Il team legale del candidato escluso Mondher Zenaidi ha affermato in una nota di "non riconoscere una decisione illegale della commissione elettorale", affermando che l'Isie ha "perso la sua indipendenza emettendo una decisione arbitraria e motivata politicamente".
"Le azioni dell'Autorità rendono la sua decisione nulla e non valida per violazione di tutte le leggi e procedure pertinenti", si legge nel comunicato, aggiungendo che "questa decisione avrà un impatto sui risultati delle elezioni e creerà un pericoloso precedente che mina lo stato di diritto, minaccia la pace civile e mette a repentaglio le istituzioni statali". Il team legale di Zenaidi ha affermato che "continuerà a lottare per difendere i diritti del suo cliente in conformità con la legge e presenterà ricorso contro la decisione della Commissione al tribunale amministrativo". Da parte sua, la direzione della campagna di Abdellatif Mekki ha espresso "profondo sgomento" per l'annuncio dell'Isie, considerandolo "un impegno continuo verso pratiche di esclusione e palese abuso legale in un ambiente pieno di pressioni e intimidazioni contro candidati seri". La campagna di Mekki ha esortato tutti i candidati a coordinarsi e ad adottare tutte le misure legali e di advocacy necessarie per contrastare questi abusi. Il candidato Imed Daimi, da parte sua, ha dichiarato di non riconoscere la "decisione illegittima" dell'Autorità, affermando in un video pubblicato di rimanere un candidato valido secondo la sentenza vincolante della sessione plenaria del tribunale amministrativo in appello. Daimi "ha invitato gli altri candidati a non riconoscere la decisione illegittima dell'Autorità e si è impegnato a utilizzare tutti i mezzi legali per porre fine a quello che ha descritto come "caos", ritenere responsabili i responsabili e ripristinare il diritto del popolo a elezioni libere ed eque". Ha anche annunciato di aver iniziato a redigere un piano legale per perseguire i coinvolti in questo "crimine contro il diritto all'autodeterminazione" sia nelle corti nazionali che internazionali.
Il candidato Zouhair Maghzaoui 59 anni, ex membro della sinistra panaraba, segretario di Echaab, ammesso invece alle elezioni, ha espresso in un video sui social la sua "insoddisfazione per le azioni dell'Isie", affermando che ha "male interpretato le decisioni del Tribunale amministrativo, che dovrebbero essere definitive e non soggette a ricorso". Maghzaoui ritiene che "la commissione elettorale abbia arbitrariamente discriminato alcuni candidati e oggi si sia eretta ad autorità al di sopra di tutte le autorità", annunciando che lui e il suo team legale stanno "considerando tutte le possibili ipotesi per difendere il diritto dei tunisini a elezioni serie in cui il popolo tunisino avrà voce in capitolo il 6 ottobre attraverso il voto e non attraverso manipolazioni ed esclusione".
Maghzaoui ha anche criticato "la decisione dell'Isie di aver organizzato un conferenza stampa senza la presenza dei giornalisti", descrivendola come "un precedente molto pericoloso che mette a repentaglio il diritto del pubblico all'informazione, che è un diritto sacro". Maghzaoui, ha condannato fermamente queste pratiche della Commissione elettorale, definendole "inaccettabili, indipendentemente da ciò che è in gioco", perché "le elezioni si combattono con etica, diritto e competizione leale".
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