"Desidero chiarire con fermezza
che il mio operato, come commissario straordinario alla bonifica
del Sin di Crotone, è ispirato esclusivamente alla tutela
dell'ambiente, della salute pubblica e al rispetto delle leggi
dello Stato. L'ordinanza contestata non rappresenta
un'autorizzazione allo smaltimento indiscriminato di rifiuti
pericolosi, ma un atto dovuto e responsabile, adottato per
sbloccare un processo di bonifica che da troppo tempo è ostaggio
di rinvii e polemiche". Emilio Errigo, commissario straordinario
per la bonifica di Crotone, risponde così, in una lunga
dichiarazione, alle polemiche suscitate dalla sua ordinanza che
impone a Eni Rewind lo smaltimento dei rifiuti pericolosi nella
discarica Sovreco a Crotone, "unica discarica autorizzata, come
previsto dal diritto ambientale europeo".
"Crotone - afferma Errigo - ospita l'unica discarica per
rifiuti pericolosi progettata, autorizzata e mai bloccata,
proprio dalla Regione Calabria per ricevere questo tipo di
materiale. Eppure, proprio la Regione con un Provvedimento
autorizzativo unico regionale ha vincolato il destino dei
rifiuti del Sin di Crotone al trasferimento fuori dai confini
regionali senza prima però effettuare alcun tipo di ricerca
preliminare sul destino finale di quei rifiuti".
"Il 3 aprile 2025 - prosegue - ho firmato l'ordinanza. Dopo
decenni di immobilismo, si è assistito per la prima volta a un
atto chiaro e conforme ai principi del diritto ambientale
europeo. Eppure, questa decisione ha suscitato una reazione
paradossale: sindaco, Provincia e comitati cittadini hanno
chiesto le dimissioni immediate del commissario. L'attuale
presidente della Regione Roberto Occhiuto mi ha inviato una
diffida preceduta dalle dichiarazioni diffuse attraverso i
propri canali social. Stupiscono queste prese di posizione,
soprattutto se si guarda all'assoluta inerzia che ha segnato la
gestione del sito inquinato per oltre vent'anni. Siamo davvero
certi che il commissario sia il vero problema? O non è piuttosto
diventato il capro espiatorio perfetto per una responsabilità
collettiva che nessuno ha mai avuto il coraggio di assumersi?
Perché, invece di sostenere un'azione concreta, si preferisce
perpetuare il conflitto politico e istituzionale? Il risultato è
fin troppo prevedibile; ancora una volta, tutto si risolverà in
una giungla di carte bollate, ricorsi e contenziosi. Nel
frattempo, però, i cittadini di Crotone continueranno a vivere
in un territorio avvelenato, aspettando invano un intervento
dall'alto, pagando sulla propria pelle il prezzo dell'assenza di
coraggio politico. Serve assunzione di responsabilità, serve
visione normativa, ma soprattutto serve il coraggio di
continuare a sostenere decisioni difficili, anche quando
impopolari. Bloccare questo processo oggi significherebbe
tornare indietro, condannare la città a nuovi anni di stallo e a
una bonifica che resterà, ancora una volta, solo sulla carta.
"La mia ordinanza - conclude Errigo - si pone il fattivo
obiettivo di accelerare il risanamento ambientale come leva per
favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio. Una
prospettiva che sembra sfuggire a chi continua a interpretare la
questione solo in chiave amministrativa o politica. Dopo 24
anni, è ormai una questione di tempo. E il tempo, per Crotone, è
già scaduto da un pezzo. Ma io, finché avrò lo Stato dalla mia
parte, non arretrerò di un centimetro".
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