L' universalità dell'arte senza
nazionalità, e Napoli come nuova casa per gli artisti (anche
russi) in scena. Sono i concetti emersi dalla conferenza stampa
di presentazione dello spettacolo operistico "Evgenij Onegin" di
Cajkovskij, per la regia di Barrie Kosky e diretto dal Maestro
Fabio Luisi, presentato oggi al Teatro San Carlo di Napoli e in
scena dal 15 al 26 giugno.
Il sovrintendente e direttore del Teatro, Stéphane Lissner (che
ha reso noto l'invito del Louvre agli allievi dell'Accademia di
Canto Lirico, per novembre 2023) ha respinto gli accostamenti
con altre situazioni, in cui il debutto dell'opera russa ha
provocato polemiche per via della guerra. "La situazione
politica è una cosa, la stagione teatrale è tutt'altra cosa", ha
precisato. Concetto - quello della "universalità della musica" -
condiviso e ribadito da tutti i presenti alla conferenza stampa.
"Napoli è la nuova casa di tutto il cast", ha affermato Ilias
Tzempetonidis, direttore casting e coordinatore area artistica.
"L'atmosfera che si è creata - ha spiegato - è molto creativa,
molto 'napoletana', come solo qui è possibile. Sarà uno
spettacolo epocale, molto bello. Del resto, il Teatro di San
Carlo aspetta il giusto riposizionamento nel panorama nazionale
e non solo. Il nostro progetto è quello di avvicinarlo sempre
più a La Scala. La nostra parola guida e qualità, senza
compromessi".
Elena Stikhina, russa, che interpreta Tat'jana, è la prima volta
che debutta in Italia. "O meglio - spiega - la prima volta con
il pubblico. Per il covid, mi sono infatti già esibita all
Scala, ma a porte chiuse. Ovviamente sono emozionata a salire
sul palco: c'è sempre preoccupazione ed emozione".
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