Uno spettacolo su un tema di
sofferenza e divisivo come quello dell'immigrazione impostato su
due piani: "Uno distopico, futuro in cui tre musicisti si
imbattono nel testo e cominciano a leggerlo attraverso le
didascalie che faranno cantare, e un piano della raffigurazione
di quello che stanno leggendo e cioè del testo che prende forma
attraverso la prosa, i versi, la musica di Raffaele Viviani". I
due piani si fondono e ne esce fuori "una fotografia sbiadita
che si compone e scompone per tutto il tempo" della messa in
scena. Il regista Giuseppe Miale di Mauro spiega così il
significato della rappresentazione di 'Scalo Marittimo', opera
del 1918 sul tema dell'emigrazione del grande drammaturgo
stabiese, in prima nazionale dal 26 dicembre all'8 gennaio nel
Teatro San Ferdinando di Napoli, protagonisti, fra gli altri,
Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino. Un'antica
storia d'emigrazione raccontata - frutto della sinergia fra
Compagnia Nest e Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da
Roberto Andò - da un coro di musicisti di origini africane, su
direzione musicale di Mario Tronco, con Simona Boo (99Posse,
Orchestra Internazionale di Piazza Vittorio), Maryam Germinario,
Simone Ndiaye è stato spiegato nella presentazione alla quale
hanno partecipato anche Maria Rosaria Baglieri di 'Medici Senza
Frontiere' e il direttore operativo del Teatro di Napoli-Teatro
Nazionale, Mimmo Basso. Memoria del tempo trascorso che permette
di ragionare e criticare il presente: "Risacca che porta a riva
tutto ciò che è rimasto del drammaturgo" dice il regista.
Non si intacca la scrittura e lo spirito di Viviani, "non c'è
attualizzazione": storia del 1918, porto di Napoli, cambiano
solo gli emigranti, siciliani e non lucani, diretti in
Argentina. Un atto unico ambientato su una banchina nei minuti
che precedono la partenza del piroscafo. La forma musicale è
quella del coro greco che racconta lo svolgersi della storia
scritta presentando i personaggi e le scene con le didascalie
del testo musicate e cantate. Gli attori interpretano i tanti
personaggi in un gioco che li vedrà affrontare almeno tre ruoli
a testa; il tutto "in un 'non tempo' che si farà passato,
presente e futuro".
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