Un "progetto di ricerca" che si
propone "come luogo di parola, di idee, di dialogo, di
dibattito, in età di crisi". Così, nel suo intervento, la
ministra per gli Standard ed i Servizi della Repubblica albanese
Milva Ekonomi ha parlato della rivista scientifica 'Il Pozzo',
presentata a Sapri, alla presenza di autorità, studiosi e
studenti.
Un evento ideato dal professor Leone Melillo, dell'Università
Parthenope di Napoli, direttore della rivista, e promosso dal
Comune di Sapri (presente il sindaco Antonio Gentile) e dal
"Centro di studi e documentazione Carlo Pisacane di Sapri", di
cui è socio fondatore il professor Corrado Limongi, che ha
moderato i lavori. Gli interventi, in presenza e da remoto, si
sono in gran parte incentrati proprio sulla "lezione
interculturale di Carlo Pisacane".
In particolare, Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, ha
evidenziato la volontà di approfondire e valorizzare, si legge
in una nota degli organizzatori, la dimensione territoriale
della "Spedizione di Carlo Pisacane", "attraverso la ricerca
documentale, valorizzando le biblioteche, gli archivi storici,
per una compiuta rappresentazione filologica della specificità
non solo storico-politica, ma culturale nel senso più ampio dei
luoghi e dei contesti".
La lettura di Carlo Pisacane ha suscitato una riflessione
anche sul tema dell'autonomia regionale da parte di Roberto
Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie,
secondo cui è "fondamentale scrivere l'elenco dei servizi e
delle prestazioni, che corrispondono ai diritti civili e
sociali, per poi definire i loro livelli essenziali". In tal
modo, "una volta individuato il costo su base nazionale e la
spesa su base regionale, per l'erogazione di un servizio o di
una prestazione, sarà possibile uniformare la spesa necessaria,
su base nazionale, rimuovendo il divario riscontrato su base
regionale, anche avvalendosi delle risorse collegate al Piano
nazionale di ripresa e resilienza".
Secondo il prof. Melillo, "la rivista il Pozzo vuole essere
un luogo di ragione e di ragioni, perché il dibattito costruisce
le idee migliori e quelle più profonde. Un programma antico con
linguaggi anche nuovi, un modo per vivere la nostra storicità".
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