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Violenze in carcere: teste, dopo le botte visite negate

Violenze in carcere: teste, dopo le botte visite negate

"Per 4 mesi, fino a scarcerazione.Pure una ispettrice picchiava"

CASERTA, 26 gennaio 2024, 21:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Picchiato duramente durante i pestaggi in carcere e anche dopo nella cosiddetta "cella zero", con visite mediche che gli sono state negate nei quattro mesi successivi, fino alla scarcerazione. È il racconto del teste Giuseppe Cerqua, ex detenuto (ora è libero) del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sentito oggi al processo per le violenze commesse nel carcere casertano dagli agenti penitenziari nei confronti dei detenuti il 6 aprile 2020. Un maxi-processo con 105 imputati tra agenti della Penitenziaria, funzionari del Dap e medici dell'Asl di Caserta.
    Cerqua, oggi per la prima volta, ha riferito che nell'area socialità del carcere vide anche "un'ispettrice delle penitenziaria che dava schiaffi ai detenuti"; agente poi da lui riconosciuta in aula nella commissaria Anna Rita Costanzo, imputata. Rispondendo all'avvocato della Costanzo, Luca Tornatora, Cerqua ha spiegato di aver detto queste cose oggi per la prima volta "perché mi sento più libero e protetto davanti al presidente". Il legale però ha ribattuto che in nessun video si vede la commissaria picchiare detenuti; Cerqua ha provato a giustificarsi, innervosendosi, ed è stato più volte redarguito dal presidente della Corte d'assise, Roberto Donatiello.
    L'ex detenuto ha parlato poi della cella zero, in cui sarebbe stato portato due volte ed entrambe picchiato da un agente che definisce "palestrato"; quest'ultimo lo avrebbe anche fatto cadere in infermieria dalla sedia a rotelle, usata per un periodo, negandogli le stampelle.

Momenti di tensione durante l'udienza tra il pm Alessandro Milita e l'avvocato Carlo De Stavola, che assiste alcuni imputati, quando il magistrato ha chiesto al legale di usare "più garbo" nel porre domande al testimone. "Sono stanco di ricevere lezioncine dal pm, è da anni che succede. Io osservo solo il codice di procedura penale", la replica. Il secondo teste sentito in giornata è stato il detenuto - attualmente nel carcere di Terni - Paolo Iuliano, che ha raccontato delle botte subite il 6 aprile 2020 al capo e alla schiena con il manganello, ed ha detto di aver visto la commissaria Anna Rita Costanzo, "indicare agli agenti i detenuti da picchiare", ma ancora una volta il legale della imputata è intervenuto per fare presente che i video non confermano questo episodio. Iuliano ha poi riconosciuto alcuni agenti che avrebbero picchiato i reclusi, come gli imputati Angelo Bruno, Gabriele Pancaro ed un ispettore, Alessandro Biondi (imputato) che l'avrebbe preso per i capelli dandogli un calcio e un pugno nel sedere. Il teste ha infine evidenziato che a Terni divide la cella con Emanuele Irollo, altro detenuto vittima dei pestaggi del 6 aprile 2020, costituitosi parte civile nel processo e atteso a testimoniare nelle prossime udienze.
   

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