"Sono grato a Lissner: dopo 22 anni
ha voluto che il mio Don Giovanni fosse riproposto al San Carlo.
Ma gli anni non passano invano, soprattutto se parliamo di Don
Giovanni". Mario Martone è concentratissimo nelle prove del
capolavoro di Mozart che sarà in scena dal 16 al 27 febbraio,
dramma giocoso in due atti con libretto di Lorenzo Da Ponte.
Sul podio a dirigere l'Orchestra del Massimo c'è Constantin
Trinks, Don Giovanni è il polacco Andrzej Filończyk, il
Commendatore è Antonio Di Matteo, Donna Anna è Roberta Mantegna,
Don Ottavio è Bekhzod Davronon, Donna Elvira è Selene Zanetti,
Krzysztof Bączyk veste i panni di Leporello, Zerlina è Valentina
Naforniţa, Masetto è Pablo Ruiz. Scene e costumi di Sergio
Tramonti, luci di Pasquale Mari.
"Tutto nasce proprio da un indimenticabile Don Giovanni di
Peter Brook con Claudio Abbado visto ad Aix en Provece e voluto
da Lissner. In scena non c'era nulla. Capì allora che si poteva
lavorare in libertà con i cantanti", ricorda il regista
napoletano che ha diretto poi negli anni la trilogia composta da
'Cosi fan tutte', 'Nozze di Figaro' e appunto 'Don Giovanni'.
Il sovrintendente Lissner ha sottolineato la presenza
appassionata di Martone in questi giorni a teatro, il grande
lavoro per una ripresa che coinvolge il regista nel profondo:
"E' un opera che non riesco a staccare dalla mente, tenevo molto
a rifarla a Napoli. Tutto è costruito sull'azione dei cantanti,
che sono stupendi. Lo spettacolo resta lo stesso, con costumi
d'epoca e un solo elemento scenico, una tribuna, ma sto
modificando qualche cosa soprattutto nel secondo atto. Voglio
mettere fuoco le figure femminili in una maniera attenta".
Ma che opera è il Don Giovanni? "Opera misteriosissima. Il
libretto di Da Ponte è più una sceneggiatura cinematografica che
un testo teatrale del suo tempo. Se le Figaro è bello scandito,
Don Giovanni scappa da tutte le parti. Inafferrabile. E c è pure
l'aspetto criminale, quest'opera è anche un thriller. Come in
una arena, un tribunale, si scontrano il maschile e il
femminile. Spero che lo spettacolo parli, divida sui temi. Su
Don Giovanni e non solo".
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