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Martone al San Carlo, il ritorno di Don Giovanni

Martone al San Carlo, il ritorno di Don Giovanni

In scena dal 16 al 27 febbraio, dirige Constantin Trinks

NAPOLI, 08 febbraio 2024, 18:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Sono grato a Lissner: dopo 22 anni ha voluto che il mio Don Giovanni fosse riproposto al San Carlo.
    Ma gli anni non passano invano, soprattutto se parliamo di Don Giovanni". Mario Martone è concentratissimo nelle prove del capolavoro di Mozart che sarà in scena dal 16 al 27 febbraio, dramma giocoso in due atti con libretto di Lorenzo Da Ponte.
    Sul podio a dirigere l'Orchestra del Massimo c'è Constantin Trinks, Don Giovanni è il polacco Andrzej Filończyk, il Commendatore è Antonio Di Matteo, Donna Anna è Roberta Mantegna, Don Ottavio è Bekhzod Davronon, Donna Elvira è Selene Zanetti, Krzysztof Bączyk veste i panni di Leporello, Zerlina è Valentina Naforniţa, Masetto è Pablo Ruiz. Scene e costumi di Sergio Tramonti, luci di Pasquale Mari.
    "Tutto nasce proprio da un indimenticabile Don Giovanni di Peter Brook con Claudio Abbado visto ad Aix en Provece e voluto da Lissner. In scena non c'era nulla. Capì allora che si poteva lavorare in libertà con i cantanti", ricorda il regista napoletano che ha diretto poi negli anni la trilogia composta da 'Cosi fan tutte', 'Nozze di Figaro' e appunto 'Don Giovanni'.
    Il sovrintendente Lissner ha sottolineato la presenza appassionata di Martone in questi giorni a teatro, il grande lavoro per una ripresa che coinvolge il regista nel profondo: "E' un opera che non riesco a staccare dalla mente, tenevo molto a rifarla a Napoli. Tutto è costruito sull'azione dei cantanti, che sono stupendi. Lo spettacolo resta lo stesso, con costumi d'epoca e un solo elemento scenico, una tribuna, ma sto modificando qualche cosa soprattutto nel secondo atto. Voglio mettere fuoco le figure femminili in una maniera attenta".
    Ma che opera è il Don Giovanni? "Opera misteriosissima. Il libretto di Da Ponte è più una sceneggiatura cinematografica che un testo teatrale del suo tempo. Se le Figaro è bello scandito, Don Giovanni scappa da tutte le parti. Inafferrabile. E c è pure l'aspetto criminale, quest'opera è anche un thriller. Come in una arena, un tribunale, si scontrano il maschile e il femminile. Spero che lo spettacolo parli, divida sui temi. Su Don Giovanni e non solo".
   

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