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"Native Language", nuovo lavoro del jazzista Pietro Condorelli

"Native Language", nuovo lavoro del jazzista Pietro Condorelli

'Tradizione proiettata verso il futuro'

CASERTA, 27 febbraio 2024, 16:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si chiama "Native Language" il nuovo lavoro del chitarrista jazz casertano Pietro Condorelli, disponibile su tutte le piattaforme digitali e nelle prossime settimane nei negozi di dischi, su cd e in vinile; un lavoro realizzato in trio con Antonio Napolitano al contrabbasso e Raffaele Natale alla batteria, che comprende otto versioni rivisitate di storici standard jazz ("I love you" di Cole Porter, "A floweris a lovesomething" di Billy Strayhorn, "All of me" di Gerald Marks e Seymour Simons, "Pannonica" di TheloniousMonk, "Strollin'" di Horace Silver, "Rhapsodic" di Claude Bolling, "Giraffe" di Don Garcia e "I can'tgetstarted" di Vernon Duke) e un brano originale che dà il nome al disco, "Native Language". Si tratta di un album composto da Condorelli secondo il suo stile, che affonda le radici nella tradizione jazzistica sedimentatasi nel secolo scorso ma che è proiettato al futuro, in un lavoro costante fatto di studio, ricerca e sperimentazione. Una "lingua madre" che lui ha imparato a riconoscere sin da bambino, che ha amato per tutta la vita e che oggi padroneggia con disinvoltura. Il suo approccio pianistico alla chitarra, suonata contemporaneamente come strumento armonico, melodico e ritmico, è erede della scuola chitarristica che ha visto in Barney Kessel e Joe Pass i suoi più illustri punti di riferimento. Ma proprio questo modo di esprimere la propria musicalità ha spinto Condorelli a trarre insegnamento e ispirazione da altri strumentisti, da TheloniousMonk a Bill Evans, da Barry Harris a John Coltrane.
    "La pubblicazione di Native Language - spiega Condorelli - risponde all'esigenza di tornare a trasmettere ad un vasto pubblico di appassionati di Jazz le mie scelte musicali e la mia attuale predilezione per il mainstream jazz. Il profilo ritmico armonico è pertanto molto presente in questo lavoro. Anziché proporre solo musica originale, ho preferito suonare brani molto conosciuti tra gli standard jazz ed alcuni jazz originals. Con Antonio Napolitano e Raffaele Natale suoniamo con grande interplaye senso dello swing, all'insegna dell'estemporaneità e della freschezza espressiva".
   

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