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Procura di Napoli e Federico II, insieme per beni culturali

Procura di Napoli e Federico II, insieme per beni culturali

Protocollo con il Lupt, analisi e studio contro l'illegalità

NAPOLI, 05 marzo 2024, 18:33

Redazione ANSA

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Un protocollo tra la Procura di Napoli e il Centro Interdipartimentale Lupt dell'Università degli studi di Napoli Federico II per formalizzare le buone prassi operative nel campo del contrasto alle varie forme di aggressioni illegali al patrimonio culturale della città di Napoli e del circondario. Lo hanno sottoscritto nei giorni scorsi il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri e la direttrice del Lupt della Federico II Marina Albanese.
    Responsabile per la Procura è il Procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, coordinatore del gruppo intersezionale "tutela dei beni culturali" e per il Centro Lupt è Daniela Savy, responsabile area di ricerca in Diritto europeo, Management e circolazione internazionale dei beni culturali.
    Il protocollo segue le azioni già proficuamente realizzate un anno fa con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli per volontà dell'allora direttore Paolo Giulierini, buone prassi che hanno condotto ad avviare un complesso e articolato monitoraggio sui beni e reperti oggetto di sequestro penale e affidati in custodia presso la sede del Mann, con una pubblicazione dedicata.
    Le parti coinvolte nel protocollo realizzeranno un confronto di esperienze ed una più ampia attività di analisi e studio dei fenomeni criminali del traffico illecito dei beni archeologici, anche alla luce della Convenzione di Nicosia nel 2007 e delle fattispecie e degli strumenti introdotti dalla legge 22 del 9 marzo 2022. In particolare la Procura si avvarrà della collaborazione dell'area di ricerca di "Diritto europeo, Management e circolazione internazionale dei beni culturali, Audience Development e creazione di Network per lo sviluppo territoriale" e dei tirocinanti, laureati, ricercatori, inseriti in due laboratori afferenti a tale area di ricerca. A tale riguardo, le attività condotte dalla Procura di Napoli hanno da tempo evidenziato la necessità di una paziente attività di analisi, studio e confronto di archivi documentali pubblici e privati per ricostruire la provenienza dei beni culturali e il relativo percorso illegale nel mercato clandestino.
   

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