"Pietr'Arsa da officina a museo
ferroviario": è questo il titolo della prima pubblicazione
realizzata dalla Fondazione FS Italiane che raccoglie e
organizza la documentazione, le foto e le testimonianze finora
rintracciate sul Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.
L'opera, presentata questa mattina dal Direttore Generale della
Fondazione FS Luigi Cantamessa e dal curatore Stefano Maggi, è
un approfondimento di immagini e disegni, ma anche di lettura e
ricerca, che celebra la storia delle officine, del loro restauro
e valorizzazione proponendosi come pubblicazione di riferimento.
Luogo unico in Italia, affacciato sul Golfo di Napoli, il Museo
Nazionale Ferroviario di Pietrarsa racchiude un pezzo
significativo di storia del Paese. Nel 1840 venne qui fondato
dal re Ferdinando II di Borbone il Reale opificio meccanico e
pirotecnico di Pietrarsa, che divenne la più grande industria
del Regno delle Due Sicilie e una delle più importanti dopo
l'unificazione nazionale. Nel 1839, proprio in quest'area era
stata inaugurata la prima ferrovia della penisola, che collegava
Napoli a Granatello di Portici.
Le Ferrovie Italiane hanno dunque scelto un luogo simbolo per
conservare e divulgare il proprio patrimonio culturale: il primo
opificio e l'officina riparazioni sulla prima tratta ferroviaria
nazionale. Il libro è articolato in tre sezioni: Pietrarsa
com'era, Pietrarsa diventa museo FS, Pietrarsa rinasce, ciascuna
delle quali ripercorre un periodo storico riguardante
rispettivamente i 135 anni di vita dell'officina, il primo
allestimento del museo e il recente rilancio completato dalla
Fondazione FS, che ha dato nuova vita e nuovi orizzonti
culturali all'intero complesso.
Nei primi anni lo stabilimento, gestito dai militari, divenne la
più grande industria del Regno delle Due Sicilie, ma anche del
Regno d'Italia nei primi anni dopo il marzo 1861, a seguito
dell'unificazione nazionale. La sua fama si diffuse ben oltre i
confini del Meridione e fin dal periodo iniziale l'opificio di
Pietrarsa fu oggetto di visite illustri, dallo zar di Russia
Nicola I a papa Pio IX.
Alla base di questo libro c'è un'attenta ricerca sulle officine
nei loro 135 anni di vita, dal 1840 al 1975, con il tentativo di
realizzare una precisa ricostruzione non soltanto delle vicende,
ma anche del contesto in cui esse si svilupparono. Questa parte,
che si potrebbe definire come la vita della produzione, è
seguita da una meticolosa analisi dei successivi sviluppi
museali, che dal 1989 hanno portato l'antico opificio a
diventare Museo nazionale ferroviario, definitivamente
rilanciato negli ultimi anni dalla Fondazione FS Italiane.
La parabola delle officine di Pietrarsa attiene alla storia
delle Ferrovie italiane, ma entra a pieno titolo anche nel
dibattito fra liberisti e protezionisti, che si sviluppò nel
primo decennio di vita del nuovo regno unitario, quando
l'adozione delle basse tariffe doganali del Regno di Sardegna
mise in crisi molte fabbriche degli altri Stati preunitari.
Pietrarsa entra poi nelle politiche industriali e nelle
tematiche del lavoro, con l'organizzazione scientifica nota come
taylorismo e le vicende sindacali. È inoltre correlata ai temi
del welfare aziendale portato dal Dopolavoro ferroviario e alla
complessa storia tecnica delle locomotive. Infine, appartiene
alla museologia e all'archeologia industriale, per il rilievo
che riveste all'interno di entrambe le discipline.
Il museo oggi non è solo un'attrazione turistica, ma un punto di
riferimento per coloro che vogliono conoscere la tradizione
ferroviaria italiana. Ogni locomotiva a vapore, diesel o
elettrica, e ogni littorina presente a Pietrarsa, perfettamente
restaurate, riflettono la progettazione, l'esercizio e lo
sviluppo delle ferrovie italiane.
Dopo tanto lavoro per il restauro del museo e in seguito al suo
successo e all'apprezzamento riscosso da esperti, appassionati,
famiglie, giovani, stranieri e italiani, oggi Pietrarsa è opera
fatta. Per celebrare questa impresa occorreva fare tesoro di
tutti i libri, i documenti storici e le guide pubblicate nel
corso degli anni, conferendo con personaggi della cultura
ferroviaria, autori e studiosi per realizzare "Il libro di
Pietrarsa".
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