Dopo aver vinto il concorso per la
realizzazione del logo delle celebrazioni per i 2500 anni della
Fondazione di Napoli, Rita Zunno presenta il suo progetto
'Etimoincerto', con l'esposizione "Silenzi e il sussurare dei
Myosotis" che per la prima volta la vede protagonista creativa
di opere grafiche dedicate al silenzio, utilizzando tecniche
digitali su supporti come specchi, carta e dibond. La giovane
graphic designer esprime, sottolinea una nota, "la sua parte più
intima in questa mostra a cura di Giovanni D'Alessandro dal 21
(ore 18,30 opening) al 27 febbraio nella galleria Fatti d'Arte
ad Aversa (Caserta).
Le opere "che rappresentano personaggi muti e senza volto dai
quali nascono fiori, simbolo di un linguaggio fragile e
potente", solleciteranno l'attenzione del pubblico su un aspetto
del processo umano della comunicazione, si mette in evidenza,
"che a volte è dimenticato, pur essendo molto importante e che
oggi appare particolarmente necessario richiamare". Si tratta
del rapporto tra silenzio e parola: "Due momenti che devono
equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico
dialogo e una profonda vicinanza tra le persone". Quando parola
e silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si
deteriora, quando, invece, si integrano reciprocamente, acquista
valore e significato. Il silenzio, si afferma, "è parte
integrante delle relazioni umane e senza di esso non esistono
parole dense di contenuto. Nell'assenza ascoltiamo e conosciamo
meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero,
comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o
ciò che ci attendiamo dall'altro, scegliamo come esprimerci.
Tacendo, diamo spazio all'altro per esprimersi e ci liberiamo
dal rischio di restare vincolati esclusivamente alle nostre
parole o convinzioni, senza un confronto adeguato". Solo con il
silenzio si apre uno spazio di ascolto reciproco e diventa
possibile una relazione umana più piena, si colgono i momenti
più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il
gesto, l'espressione del volto, il corpo come segni che
manifestano la persona.
Nel silenzio, dicono i promotori della mostra, "parlano la
gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso
trovano una forma di espressione particolarmente intensa e
deriva un pensiero ancora più esigente, che chiama in causa la
sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la
misura e la natura dei legami. Questa lettura non evoca la
nostalgia di tempi in cui non eravamo sovrastati dalle
informazioni e dai messaggi ma è precisamente il contrario; dove
i messaggi e l'informazione sono abbondanti, il silenzio diventa
essenziale per distinguere ciò che è importante da ciò che è
accessorio, per questo è necessario creare un ambiente propizio,
quasi una sorta di 'ecosistema' che sappia equilibrare silenzio,
parola, immagini, suoni e fiori che con il loro sussurrare ci
ispirano".
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