Un viaggio tra le prime pagine di
una rivista che non esiste e che diventa un modo per esprimere
sensazioni interiori e grandi eventi mondiali. E' questo il
viaggio proposto da Corrado Lamorgese, che di professione fa il
grafico ma che da molti anni ha cominciato a creare per propria
passione prime pagine riunite ora in una mostra dal titolo "Clam
- La Rivista che non c'è", un progetto grafico concepito nel
2014 con l'intento di celebrare la grafica tradizionale, l'arte
e il design, attraverso la realizzazione di copertine per una
immaginaria rivista mensile.
Il progetto è diventato una mostra allestita alla Fonoteca di
Napoli, sede storica per un calice e quattro chiacchiere spesso
impegnate, che vede cento copertine stampate su carta di alta
qualità, in edizioni limitate, autenticate e firmate sul retro.
"Le copertine - spiega all'ANSA Lamorgese - nascono da eventi
della vita quotidiana, così come da momenti di vissuto
personale. Ci sono diversi episodi di storia, come quell'omino
piccolo tra le dita, nato in primavera pensando all'8 marzo
festa della donna, come fosse un Silvio Berlusconi retto tra due
dita, stigmatizzando la piccolezza dell'uomo in alcune
circostanze".
Un viaggio di sensazioni e conversazioni che spesso si fanno
e che per il grafico sono diventate negli anni opere artistiche,
con grande ironia sull'informazione che spesso si incrocia con
il suo lavoro, come ad esempio sulle font: "I miei colleghi
grafici - spiega Lamorgese - si collegano subito ai caratteri
usati nelle copertine. Questo progetto per me è nato da una
riflessione sull'evoluzione della grafica. Intorno al 2014 si è
diretta verso formati web e social. Io sono un grafico di
vecchia generazione e quel progetto che c'era prima su un
processo creativo è mancato con la velocità della consegna e la
scarsa attesa di chi vuole un grafico, diventato molto digitale.
Lì pensavo a me, che ancora oggi parto da un disegno, piuttosto
che da un mouse. E così ricominciai a progettare su questa idea
di copertine in vecchia maniera con tavolo, disegno, matita".
Un altro grande evento ritrae la guerra in Ucraina al suo
inizio: "Mostra - spiega - questo gioco grafico che rappresenta
i missili russi che scendono e la difesa dei missili americani,
entrambi che producono solamente lacrime, come tutte le guerre.
Infatti questa copertina si chiama 'Il massacro degli
innocenti', per avere un riferimento biblico".
Molte copertine sono invece dedicate al cibo: "E' un focus
particolare - spiega il grafico partenopeo - sul junk food.
Perché da piccolino sono stato introdotto a una cucina
macrobiotica e ho quindi sempre immaginato l'alimentazione come
un fatto di bilanciamento, sano e di prodotti di qualità, pur
essendo io un consumatore di patatine e panini. Ma la
divulgazione diciamo di queste copertine rappresenta proprio la
necessaria attenzione a questo argomento fondamentale".
Ispirazione che viene dalla vita personale, che porta il grafico
anche verso il vernacolo, espresso in una copertina con la frase
"acqua che nun cammina fa pantano e feta": "Una frase che in
napoletano significa che l'acqua stagna, niente si muove e
niente migliora. E questo è un pensiero relativo a un mio
momento particolare". C'è anche una copertina del 2020 con il
Covid che arriva dalla Cina "con Bruce Lee dalla Cina con
furore", spiega l'artista. Ovviamente non manca una copertina
dedicata a Maradona, in un lungo viaggio che esprime anche le
idee di oggi dei grafici: "Spero possa essere - conclude
Lamorgese - uno stimolo ai giovani che fanno questo mestiere per
poter ritornare a progettare in una maniera più creativa e meno
social. Negli anni in cui stiamo andando verso l'IA serve la
creatività umana".
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