Compensava le imposte e riciclava
il denaro in altre attività, anche in una squadra di calcio,
l'associazione a delinquere - sgominata dal Nucleo Pef della
Guardia di Finanza di Avellino - che utilizzava il "bonus
facciata" per creare e commercializzare crediti d'imposta
fittizi.
Attraverso società fittizie intestate a prestanome e lavori
di ristrutturazione in realtà mai eseguiti l'associazione a
delinquere ha accumulato oltre 30 milioni di euro di crediti
d'imposta che, tra il 2021 e il 2022, sono confluiti, eludendo i
controlli informatici, nel cassetto discale di una società
riconducibile a uno degli indagati, residente ad Avellino,
ritenuto a capo dell'associazione, che ha utilizzato una parte
di questi soldi in una società toscana che milita nella serie D
di calcio, di cui risultava gestore e titolare di fatto.
Il gip di Avellino, su richiesta dell'ufficio inquirente
irpino coordinato dal procuratore Domenico Airoma, ha emesso 13
misure cautelari: due arresti in carcere, due arresti ai
domiciliari, otto divieti di esercitare l'attività d'impresa
della durata di un anno, e una interdizione temporanea di un
anno dell'esercizio dell'attività di commercialista.
L'azione sinergica tra la Guardia di Finanza, la Procura di
Avellino e l'Agenzia delle Entrate, spiega una nota a firma del
procuratore, "ha consentito di impedire che la monetizzazione
dei crediti e la dispersione delle risorse, a garanzia degli
ingenti stanziamenti pubblici a sostegno delle famiglie e delle
imprese".
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