(di Angelo Cerulo)
"Cosa consigliare oggi a un
ragazzo? Direi sbattiti, sbattiti, non arrenderti mai. E poi
seguire l'amicizia, credere all'amicizia tantissimo. L'amore va
e viene, ci sono tanti amori, l'amico vero resta sempre. Bisogna
aggrapparsi agli amici cercando quello che accomuna, ma pure
quello che separa. La 'filìa', parte dell'amicizia, non da'
verità, ma certezze". E' il messaggio che Roberto Vecchioni
trasmette ai giovani insieme con una analisi sulla gerarchia dei
valori che contano. Ieri sera a Napoli ha dedicato, in memoria
del suo amico Salvatore, una tappa del viaggio musicale 'Tra il
silenzio e il suono tour' (prossimi concerti domani a Brescia e
il 24 aprile a Sanremo) per la causa della Fondazione Melanoma
guidata dall'oncologo Paolo Antonio Ascierto. Il cantautore
parla con l'ANSA dell'amicizia ma il discorso si intreccia,
oltre che con l'amore, con i temi della società contemporanea, a
partire dalla sofferenza e dai valori oggi dominanti e anche a
quello che vorrà fare, artisticamente, in futuro come
realizzare, l'anno prossimo, un lavoro discografico con 50
canzoni, sue e di altri, e un libro di poesie inedite e, chissà,
forse un romanzo ('uno più invecchia più vuol fare" dice
sorridendo il professore, 82 anni il 25 giugno prossimo). "La
società non è abituata alla sofferenza. Il dolore è una
prerogativa umana straordinaria: uno stimolo a trovare dentro di
sé risposte commoventi non solo facili. Perché la vita raramente
è a tuo favore. A volte devi combattere".
Il tema della sofferenza e cosa fare nel concreto per poter
dare una mano lo ha indotto a sostenere la Fondazione Melanoma:
"Ho sentito parlare benissimo dell'associazione. Mi sto
battendo, è giusto e normale. Un artista non può solo cantare e
prendere soldi. Queste situazioni fanno perdere la speranza". E
occorre agire. Un concetto ribadito dall'oncologo: "Il melanoma
da malattia rara é diventata frequente". "Nel 2024 i casi
incidenti potrebbero essere 17mila. Da malattia degli anziani è
diventata dei giovani con scottature ripetute e lampade
abbronzanti. E' Importante parlare loro anche con il
coinvolgimento di artisti come Vecchioni. La prevenzione è
indispensabile".
Lotta al dolore ma anche analisi di ciò che conta oggi e da
cosa ripartire per tentare di cambiare un mondo dove - come ha
detto dal palco del Teatro Augusteo, in sold out, fra canzoni e
riflessioni accompagnato dai suoi musicisti - 'trumpetti e
maskerine passeranno, ma l'umanesimo rimarrà'. Partendo
inevitabilmente anche dal suo ultimo libro 'L'orso bianco era
nero'. Povertà linguistica in primo piano: "Siamo in regressione
notevole, stiamo perdendo termini ed espressioni - sostiene
Vecchioni - siamo sempre più sintetici, più abituati al segno
non più alla parola che ha mille sfumature". Ma dalla povertà
linguistica alla formazione delle nuove generazioni e a ciò che
domina il mondo il passo è breve: "Il capovolgimento
comunicativo dipende dal disastro esistenziale. Il mondo si sta
imbruttendo e usa solo le parole necessarie per capirsi. In più
i giovani hanno elaborato un altro modo di parlare perché quello
nostro lo trovano ipocrita, bugiardo. La colpa è del modo di
porre le priorità. Contano di più la cose materiali. Non esiste
più una vita in cui il pensiero, la filosofia, la strada da
prendere vengono dettate da una coscienza democratica, attenta,
l'arte diventa un fatto laterale". Oggi conta "comprare, vendere
e consumare". E intorno a questo "tutto il mondo si perde e si
ritrova: chi riesce a far vendere e a consumare di più ha il
potere".
Ci salverà l'amore? "Non lo so, spero di sì. Ci salverà in
gran parte ma non del tutto. Io sono salvo e molte persone si
salvano un po' con l'amore. Oggi il potere è un cancro
spaventoso". Bisognerebbe mettere il cuore avanti a tutto? "Sì,
e qui a Napoli lo fanno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA