Sui red carpet, sul grande schermo, attraverso outfit realizzati ad hoc o scelti dagli archivi, nei film dedicati alla sua fondatrice e in quelli realizzati da Karl Lagerfeld, Chanel ha un naturale sodalizio con il cinema. Così la maison diventa main sponsor del Festival del Cinema di Villa Medici, a Roma, in programma fino al 18 settembre, dove ha presentato un film che racconta lo stretto legame tra Chanel il grande schermo. Vicina a molti artisti, Gabrielle Chanel entrò in contatto o con il mondo del cinema a Montecarlo, nell'estate del 1930. Tramite il granduca Dimitri Pavlovich, conobbe Samuel Goldwyn, proprietario degli studi Mgm. Nel tentativo di rilanciare l'industria cinematografica americana, indebolita dalla crisi del 1929, il magnate chiese a Coco di trasformare le sue star in icone della moda. Gabrielle e la sua amica Misia Sert partirono per l'America nel 1931 raggiunsero Los Angeles a bordo di un sontuoso treno bianco noleggiato.
All'arrivo vennero accolte da Greta Garbo e i giornali pubblicarono il titolo ″Two Queens Meet″. Anche Marlene Dietrich, che divenne poi sua amica, Gloria Swanson, Erich von Stroheim, George Cukor, Claudette Colbert e altre star desideravano incontrarla. I primo viaggio negli Stati Uniti fu un trionfo. "È un nuovo capitolo della mia carriera che inizia oggi" confidò al Los Angeles Examiner il 17 marzo 1931.
L'esperienza fu di breve durata: gli studi non apprezzarono lo stile sobrio che era in contrasto con la visione hollywoodiana del glamour. Ma Gabrielle aveva scoperto cos'era un abito da film assieme al concetto di fotogénie, che avrebbe integrato per sempre nel suo lavoro di couturière.
Mentre Hollywood non capiva il suo stile, il cinema francese invece l'ascoltava. Gabrielle incontrò Michèle Morgan che stava cercando un abito per Il porto delle nebbie: ″Un film come questo non ha bisogno di un vestito: un impermeabile, un basco, ecco tutto!″ decretò. Anni dopo, su richiesta dell'amico Luchino Visconti nel 1961, divenne la stilista di una giovanissima Romy Schneider: ″Quando ho indossato il mio primo Chanel- rivelò - ho capito che non avrei mai voluto nient'altro. Chanel è una couturier come nessun' altra. Perché è tutto organizzato coerente, logico: nel modo in cui si dice ordine dorico o ordine corinzio, c'è un ordine Chanel, con le sue ragioni, le sue regole, il suo rigore. È un'eleganza che appaga la mente ancor più degli occhi".
Il fascino di Chanel trovò eco nella Nouvelle Vague. La sua semplicità corrispondeva al mondo dei registi emergenti e delle loro attrici, come Jean Seberg che indosserà le creazioni della maison per diversi anni. Nel 1960, Alain Resnais chiamò Chanel per vestire Delphine Seyrig in L'anno scorso a Marienbad.
Per la prima volta nella storia del cinema, i costumi non erano disegnati apposta per il film ma provenivano dalle collezioni Chanel Haute Couture, aprendo la strada a un nuovo approccio ai costumi nei film, più in linea con la realtà. Nel 2018 Chanel ha sostenuto il restauro del capolavoro di Alain Resnais, presentato alla Mostra Venezia il 5 settembre.
Gabrielle Chanel ha stretto amicizia con Jeanne Moreau, Anouk Aimée, Romy Schneider, Delphine Seyrig oltre a Katharine Hepburn, Jean Renoir, Robert Bresson e Louis Malle. Anche Karl Lagerfeld ha anche stretto profonde amicizie con numerose attrici e registi, con alcuni dei quali ha anche recitato. Nel 2015 scelse gli studi di Cinecittà come teatro della collezione Métiers d'art Paris in Rome. Nel 1989, dopo che Sofia Coppola aveva svolto uno stage in Studio assieme allo stilista, suo padre, Francis Ford Coppola vestì i suoi ragazzi in New York Stories in Chanel. La modernità dell'allure Chanel si coniugano in molti altri progetti, tra cui High Heels (1992) di Pedro Almodóvar in cui Victoria Abril indossa un abito Chanel dall'inizio alla fine, e Callas Forever di Franco Zeffirelli (2002). Infine, amico intimo di Gabrielle Chanel, presentato da Luchino Visconti, Zeffirelli ha trovato in Lagerfeld l'alleato perfetto per vestire Fanny Ardant.
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