(di Alessandra Baldini)
Nella volata finale prima delle
elezioni Sacha Baron Cohen sfida la presidenza di Donald Trump
con due nuovi film, uno molto serio e l'altro super-comico: dopo
aver interpretato la parte dell'attivista Abbie Hoffman nella
ricostruzione per Netflix del "Processo ai Chicago 7", l'attore
britannico si è rimesso i panni di Borat portando, 15 anni dopo
il primo "mockumentary" sul giornalista kazakho Borat Sagdiyev,
la sua satira al centro della campagna per le presidenziali.
"Borat 2" uscirà in streaming su Amazon Prime il 23 ottobre e
Baron Cohen ha rivelato al New York Times come qualche mese fa è
riuscito a introdursi, mascherato da Trump, a una riunione di un
comitato conservatore in Maryland a cui doveva parlare il
vice-presidente Mike Pence. Superati i cordoni di sicurezza
fingendo di avere addosso un defibrillatore, l'attore aveva
fatto irruzione nella sala portando una giovane donna sulle
spalle (l'attrice Irina Nowak che nel film è la figlia Sandra
Jessica Parker Sagdiyev): "Mr. Vice-President, ho un regalo per
lei".
La scena, documentata all'epoca da fotografi che avevano
parlato di un "imitatore di Trump non identificato", è inclusa
nel trailer del film per realizzare il quale Baron Cohen ha
dovuto anche "restare nel personaggio" per cinque giorni di
seguito dopo aver chiesto ospitalità a un gruppo di complottisti
di destra.
"Nel 2005 un personaggio come Borat, misogino, razzista e
antisemita, era servito per portare in luce i pregiudizi segreti
della gente. Oggi questi pregiudizi sono allo scoperto. I
razzisti sono orgogliosi di esserlo. Il mio scopo è far ridere,
ma anche rivelare il pericoloso scivolamento verso
l'autoritarismo", ha spiegato l'attore.
Sulla stessa vena ma in tono decisamente più serio, Baron
Cohen ha dato voce e volto al fondatore del movimento degli
Yippies (Youth International Party) Hoffman per Aaron Sorkin.
"Il Processo ai Chicago 7" ricrea un momento storico che risuona
attuale nei giorni delle marce del movimento Black Lives Matter:
lo spettatore "viene paracadutato" a quando nel 1968 la polizia
di Chicago usò la forza contro le proteste contro la guerra del
Vietnam alla Convention democratica di Chicago portando
all'arresto dei leader delle manifestazioni, spiega in un
podcast il regista di "West Wing". "Trasporto idee attraverso i
confini degli Stati, non armi, droga o minorenni", dichiara
Hoffman (Baron Cohen) al giudice Julius Hoffman (omonimo, non
parente; nel film è Frank Langella) e al procuratore Richard
Schultz (Joseph Gordon-Levitt). Nel cast, tra gli altri, anche
Jeremy Strong di "Succession" (Jerry Rubin) e il premio Oscar
Eddie Redmayne nel ruolo di Tom Hayden, l'attivista californiano
ex marito di Jane Fonda.
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