"Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese, già penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ai competitor europei, l'industria automotive per la conseguente riduzione di nuove immatricolazioni, il rinnovo del parco circolante e l'Erario, che incasserà oltre 125 milioni in meno solo per quest'anno". Così Aniasa, l'Associazione che all'interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, commenta la scelta della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l'impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit prevista nell'ultima Legge di Bilancio.
In particolare, l'associazione segnala come sia stato 'immotivatamente respinto anche l'emendamento che prevedeva di fatto una "salvaguardia" per le vetture immatricolate prima del 1° gennaio 2025, oltre a quello che proponeva un saggio slittamento della norma al prossimo luglio'.
In concreto, le vetture consegnate fino al 31 dicembre 2024 non potrebbero più beneficiare nel 2025 della determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle Aci. Ciò comporterebbe, in molti casi, un significativo aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, della tassazione per questi soggetti, nonostante si tratti degli stessi veicoli già concessi in uso dall'azienda.
Con l'entrata in vigore della norma, prendendo in considerazione i veicoli aziendali più noleggiati, Aniasa stima infatti un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di 1.600 euro (+67%), con conseguente significativa maggiore tassazione in busta paga per il dipendente. A essere più penalizzati saranno soprattutto i dipendenti della classe media che di norma sono i principali utilizzatori delle vetture diesel o benzina.
"Confidiamo in un rapido intervento del Governo che possa rivedere una norma che nel 2025 comporterà un'ulteriore e significativa contrazione delle immatricolazioni di autovetture a uso noleggio a lungo termine e di acquisti da parte di società, con stimabili minori entrate per l'Erario e gli Enti Locali pari a 125 milioni di euro nel 2025 - ha detto Alberto Viano, presidente Aniasa - Gran parte delle aziende già in questo primo scorcio dell'anno segnalano come le società clienti stiano privilegiando la scelta di prolungare i contratti in essere anziché rinnovarli, per provare a sfuggire ai notevoli aumenti previsti dalla nuova norma".
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