Per i pazienti con colangiocarcionoma
non operabile in stadio avanzato, fino a poco tempo fa era
disponibile solo la chemioterapia. "Le prospettive sono
cambiate, perché oggi i clinici possono utilizzare diversi
strumenti - afferma Lorenza Rimassa, Professore Associato di
Oncologia Medica all'Humanitas University e IRCCS Humanitas
Research Hospital di Rozzano, Milano -. L'immunoterapia in
combinazione con la chemioterapia è in grado di migliorare la
sopravvivenza, con una riduzione del rischio di progressione di
malattia e un miglior tasso di risposte, senza alterare la
qualità di vita".
In questi anni, inoltre, sottolinea, "è stata dedicata molta
attenzione alla caratterizzazione molecolare. Quasi la metà dei
pazienti con colangiocarcinoma presenta un'alterazione genetica,
che può diventare un potenziale bersaglio di terapie mirate". In
base alle linee guida internazionali, incluse quelle della
Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), la profilazione
molecolare attraverso la tecnologia NGS, Next-Generation
Sequencing, è raccomandata al primo riscontro di malattia in
stadio avanzato (metastatico o localmente avanzato) non
suscettibile di chirurgia.
"Vi sono ancora alcune criticità da superare - spiega
Giovanni Brandi, già Direttore della Scuola di Specializzazione
di Oncologia Medica all'Università di Bologna, fondatore di APIC
e del Gruppo Italiano Colangiocarcinoma (GICO) -. A dicembre
2022, anche in seguito alle richieste di APIC, è stato istituito
un fondo per il triennio 2023-2025, pari a 200mila euro
all'anno, per consentire ai pazienti colpiti da
colangiocarcinoma l'accesso ai test NGS. Questo fondo, in
realtà, è insufficiente a coprire i circa 5000 cittadini che
ogni anno in Italia ricevono la diagnosi. Alcune Regioni, come
Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, si sono attivate per colmare
queste lacune. Inoltre, ai pazienti trattati in centri di
riferimento questi esami vengono garantiti, ma in altre
strutture non sono eseguiti o sono previsti tardivamente
rispetto a quanto raccomandato. In Italia, quindi, manca ancora
una governance per i test NGS, con differenze territoriali nelle
cure".
Il colangiocarcinoma intraepatico, più diffuso, di solito, è
asintomatico per lungo tempo e i sintomi iniziali, ad esempio
dolore addominale, perdita di peso, nausea, malessere, non sono
specifici. Le forme extraepatiche sono spesso caratterizzate da
ittero con urine scure, feci biancastre e prurito, per l'aumento
dei livelli di sali biliari nel sangue. Il percorso che porta
alla diagnosi è complesso e spesso tardivo, ma sarebbe più
facile se si cogliessero precocemente i segni di sospetto. "Per
questo - conclude Rimassa - vanno sensibilizzati anche gli altri
specialisti e i medici di famiglia, perché siano in grado di
cogliere i primi segni o sintomi sospetti".
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