Il software al centro delle polemiche si chiama Graphite ed è stato messo a punto dalla società israeliana Paragon Solution. È uno spyware cioè una volta veicolato e auto-installato su un dispositivo - nel caso del presunto spionaggio pare tramite un pdf circolato in una chat di gruppo proprio di Whatsapp - può potenzialmente controllare ogni attività e scaricare dati, anche sulle applicazioni crittografate.
Della questione si è occupato anche il Guardian che ha riportato la notizia di un coinvolgimento di circa 90 giornalisti e persone della società civile. Secondo la testata "Paragon ha un ufficio negli Stati Uniti a Chantilly, Virginia. L'azienda è stata recentemente sottoposta a un esame approfondito dopo che la testata Wired a ottobre ha riferito di aver stipulato un contratto da 2 milioni di dollari con la divisione investigativa sulla sicurezza nazionale dell'Immigration and Customs Enforcement degli Stati Uniti".
La vicenda del software di Paragon Solution sembra simile quello di un'altra azienda israeliana, NSO Group, che sei anni fa aveva sfruttato una falla nelle videochiamate di WhatsApp per veicolare il proprio software spia Pegasus. In seguito, Facebook e Apple hanno fatto causa all'azienda e il software spia è stato inserito nella lista nera del governo americano per "attività contrarie agli interessi della politica estera e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti".
Nel 2022 il Media Freedom Act (Mfa) messo a punto dall'Ue per tutelare l'indipendenza del mondo editoriale ha vietato l'uso di spyware sui giornalisti.
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